Smart Dpi - Prospettive, applicazione, gestione
dispositivi di protezione individuale (DPI) diventano smart quando al materiale protettivo tradizionale si integrano sensori, tag RFID/NFC, moduli di comunicazione o tessuti intelligenti in grado di ricevere – e soprattutto restituire – informazioni utili alla prevenzione

Gli Smart DPI rappresentano il passaggio dal semplice “schermo” protettivo a un nodo attivo della prevenzione. Sfruttarne il potenziale richiede di:
seguire percorsi di certificazione rigorosi e trasparenti;
presidiare privacy e cybersecurity;
valutare i rischi elettromagnetici per i soggetti sensibili;
integrare le nuove soluzioni nei processi aziendali, con formazione adeguata.
Con queste cautele, la trasformazione digitale dei DPI può diventare alleata di una sicurezza sul lavoro più efficace, predittiva e centrata sulle persone.
Che cosa sono i DPI “smart”
I dispositivi di protezione individuale (DPI) diventano smart quando al materiale protettivo tradizionale si integrano sensori, tag RFID/NFC, moduli di comunicazione o tessuti intelligenti in grado di ricevere – e soprattutto restituire – informazioni utili alla prevenzione .
L’EU-OSHA li classifica in tre grandi famiglie (passivi con materiale “intelligente”, attivi con componenti elettroniche, DPI connessi in rete), evidenziando potenzialità e criticità di ciascuna .
Dalla fabbrica al cantiere: come si certifica uno Smart DPI
Gli smart DPI devono soddisfare i Requisiti Essenziali di Salute e Sicurezza (RESS) del Regolamento (UE) 2016/425, esattamente come i DPI “classici”. Quando l’elettronica viene aggiunta occorre dimostrare che non altera la funzione protettiva e, se necessario, ripetere l’esame UE di tipo .
tre vie operative indicate dal rapporto tecnico UNI TR 11858:2022 per trasformare un normale DPI in uno smart, cioè dotato di tag, sensori o moduli di comunicazione, garantendo al tempo stesso il rispetto dei Requisiti Essenziali di Salute e Sicurezza (RESS) del Regolamento (UE) 2016/425.
1. Modalità “Inclusione”
Nell’inclusione l’idea smart nasce direttamente nel progetto di fabbrica: il tag (passivo o attivo) viene applicato o incapsulato dal fabbricante durante la progettazione e la produzione del DPI.
Il fabbricante svolge tutte le prove di conformità sul prodotto già tag-dotato e aggiorna il fascicolo tecnico; la Dichiarazione UE di conformità riguarda quindi il “DPI integrato”.
Nelle istruzioni d’uso compaiono indicazioni aggiuntive (per esempio limiti di lavaggio o di disinfezione) che assicurano che le operazioni di manutenzione non danneggino il tag né riducano la protezione del DPI .
Il datore di lavoro si limita ad acquistare e distribuire il DPI, senza eseguire interventi aggiuntivi; ogni responsabilità di certificazione resta in capo al fabbricante.
Se il DPI appartiene alle categorie II o III, l’organismo notificato verifica che l’elettronica non alteri i requisiti di sicurezza e rilascia o aggiorna il Certificato di esame UE di tipo, seguendo le normali procedure previste dal Regolamento 425/2016 .
2. Modalità “Compatibilità”
Con la compatibilità il fabbricante predispone il DPI per ospitare in futuro un tag scelto dall’utilizzatore, senza applicarlo direttamente. Pensa, per esempio, a un gilet ad alta visibilità con tasca schermata o punto di fissaggio già testato.
Nel libretto d’uso il fabbricante descrive le caratteristiche dimensionali, meccaniche ed elettriche del tag “ammesso” (peso massimo, spessore, potenza emissiva, ecc.) e dimostra che l’inserimento di un tag con tali parametri non compromette il RESS del DPI .
Quando decide di “abilitare” lo smart DPI, il datore di lavoro sceglie un tag conforme alle specifiche del fabbricante, ne acquisisce la Dichiarazione di conformità e lo installa seguendo le istruzioni.
Se il tag selezionato rispetta esattamente i limiti dichiarati dal fabbricante, non occorre una nuova marcatura CE; altrimenti l’inserimento diventa una modifica sostanziale e bisogna ripetere la valutazione con l’intervento di un organismo notificato.
Restano a carico dell’azienda l’aggiornamento del DVR, la formazione del personale e l’eventuale gestione dei dati generati dal dispositivo.
3. Modalità “Personalizzazione”
La personalizzazione è la via più flessibile – e più impegnativa – perché il datore di lavoro progetta in autonomia l’integrazione di uno o più tag su DPI standard, per rispondere a esigenze specifiche (tracciamento accessi, controllo ambientale, teleassistenza, ecc.).
L’azienda diventa a tutti gli effetti “fabbricante finale” del sistema DPI + tag: deve elaborare un proprio progetto tecnico, consultare il produttore del DPI e quello del tag per conoscere materiali, limiti di temperatura, cicli di lavaggio, eventuali requisiti ATEX, ecc. .
Occorre dimostrare – con prove di laboratorio o perizia tecnica – che il tag non altera la funzione protettiva del DPI. Se il rischio non può essere escluso, si attivano le procedute di certificazione come per un nuovo DPI di categoria II o III, coinvolgendo un organismo notificato.
Tutta la documentazione (analisi dei rischi, risultati dei test, istruzioni aggiornate) confluisce in un fascicolo tecnico aziendale, che va tenuto a disposizione delle autorità per dieci anni, esattamente come farebbe un fabbricante commerciale .
Poiché il tag, in questa modalità, è spesso attivo e connesso, l’azienda deve gestire anche gli aspetti di cyber-security e tutela dei dati personali, integrandoli nel proprio sistema di gestione HSE e nel registro dei trattamenti ai sensi del GDPR .
Considerazioni trasversali
In qualunque via si scelga, il principio cardine rimane invariato: “l’aggiunta del tag non deve mai degradare la prestazione protettiva originaria del DPI”.
L’utilizzatore finale deve ricevere istruzioni chiare su uso, manutenzione, calibrazione dei sensori, durata delle batterie e procedure in caso di guasto .
Per i DPI smart con radio-frequenze occorre verificare l’esposizione ai campi elettromagnetici, specialmente se tra i lavoratori vi sono portatori di dispositivi medici impiantabili, seguendo le norme EN 50527 .
In sintesi, UNI TR 11858:2022 offre tre percorsi progressivi – dal più semplice (inclusione) al più personalizzato – che aiutano aziende e progettisti a coniugare innovazione, sicurezza e adempimenti regolatori nel mondo dei DPI smart. Implementare gli Smart DPI in azienda
La tecnologia apre opportunità di monitoraggio continuo, gestione automatica dei magazzini DPI, blocco di macchinari se il lavoratore non è protetto; ma impone anche una forte governance di:
Privacy e protezione dei dati: i principi di liceità, minimizzazione e riservatezza vanno recepiti fin dalla scelta del dispositivo .
Gestione del cambiamento: la strategia europea 2021-2027 invita ad “anticipare e gestire” l’impatto organizzativo dell’IA nei luoghi di lavoro, evitando derive di controllo eccessivo .
Campi elettromagnetici e lavoratori con dispositivi medici
L’integrazione di antenne Bluetooth/Wi-Fi impone di valutare l’esposizione ai CEM (Capo IV, Titolo VIII, d.lgs. 81/2008) con un’attenzione speciale ai portatori di DMIA (pacemaker, defibrillatori, neuro-stimolatori) e DMI (microinfusori, esoscheletri, wearable medicali) .
Gli standard EN 50527 suggeriscono un percorso in tre passi:
verifica documentale dei livelli di emissione;
stima delle distanze di sicurezza (tipicamente pochi decimetri per RFID/NFC);
se necessario, misure sperimentali o simulazioni in vitro su “fantocci” torace/cuore .
Esempi applicativi: rischio elettrico
Nel capitolo 6 della pubblicazione sono analizzati casi di DPI contro i rischi elettrici :
Calzature dissipative antistatiche con tag attivo per segnalare il degrado della resistenza ohmica e gestire gli accessi in aree ATEX .
Guanti isolanti per lavori sotto tensione: la sensoristica IoT oggi offre benefici limitati; va garantito che la batteria del sensore non introduca nuove sorgenti di innesco .
Elmetti con rilevatore di prossimità linee AT: aggiunta di dispositivo a un DPI d’urto, con obbligo di confermare l’assorbimento d’energia dell’elmetto originale .
Prospettive future
Progetti come SENSE-RISC dimostrano come l’IA embarcata possa interpretare i dati dei sensori, predire affaticamento o esposizione a gas e avvisare in tempo reale il lavoratore . L’evoluzione verso l’Industria 5.0 spinge verso DPI collaborativi, sostenibili e pienamente integrati nei sistemi di gestione HSE.
fONTE iNAIL 2025

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