Slide esposizione alle polveri di legno
Slide powerpoint esposizione professionale alle polveri di legno
Ai fini dell’igiene industriale la polvere di legno contraddistingue una sospensione in aria delle particelle prodotte durante la lavorazione del legno, in quantità e qualità variabile in funzione delle specie legnose impiegate e della tipologia di lavorazione. Le proprietà cancerogene della polvere di legno sono indotte dalle polveri di particolari essenze prodotte da alcuni tipi di lavorazione.
La conclusione della Iarc (Gruppo 1 - Vol.62, 100C-2012) circa l’esistenza di sufficienti dati e informazioni per definire le polveri da legno cancerogene per l’uomo si basa sull’osservazione di un aumento dell’occorrenza di tumori dei seni nasali e paranasali nei lavoratori esposti a polveri di legno duro.
A livello comunitario la direttiva 2004/37/CE (nota come CMD: Carcinogen and Mutagens Directive) ha definito i lavori comportanti esposizione a polvere di legno duro tra gli agenti cancerogeni ed ha fissato per la prima volta un valore limite di esposizione professionale in misura di 5 mg/m3 (in relazione ad un periodo di riferimento di 8 ore) per la frazione inalabile delle polveri di legno duro o miste contenenti legno duro.
In anni più recenti, la direttiva UE 2017/2398, emendamento della CMD, riconoscendo che l’esposizione alle polveri di legno duro e di legno tenero è comune tra i lavoratori nell’Unione Europea e causa malattie e sintomi respiratori, ha proposto l’abbassamento di tale valore limite a 3 mg/m3 in via transitoria fino al 17 gennaio 2023, e a 2 mg/m3 successivamente a tale data. Poiché l’esposizione mista a più di una specie di legno è molto comune, la direttiva ha inoltre stabilito che il valore limite per polveri di legno duro dovrebbe applicarsi a tutte le polveri di legno presenti in una eventuale miscela.
Ai sensi del Titolo IX del d.lgs. 81/08, la legislazione italiana, in recepimento delle direttive comunitarie, impone la valutazione dell’esposizione professionale a polveri di legno e il mantenimento e controllo, tramite monitoraggio ambientale, del rispetto del valore limite di esposizione.
In riferimento al d.lgs. 81/2008, il lavoro comportante l’esposizione a polvere di legno duro è riportato nell’allegato XLII (Elenco di sostanze, miscele e processi) tra gli agenti cancerogeni come definiti all’art. 234, comma 1 a) punto 2 mentre il valore numerico associato al livello di esposizione che, ai sensi dell’art. 235 comma 3, non deve mai essere superato negli ambienti di lavoro, compare nell’allegato XLIII (Valori limite di esposizione professionale).
Ai fini di una valutazione del rischio di esposizione professionale, la frazione di polvere da captare è quella inalabile, definita dalla norma UNI-EN 481/1994. Diversi campionatori-selettori, funzionanti ciascuno a uno specifico flusso di aspirazione dell’aria, rispondono a tale convenzione. I campionamenti personali sono effettuati direttamente sull’operatore ponendo il selettore per la polvere in prossimità della regione respiratoria dell’operatore a non più di 30 cm da naso e bocca. Completa la linea di campionamento un sistema di aspirazione dell’aria consistente in una pompa collegata al campionatore attraverso un tubo e fissata all’altezza della cintura dell’operatore. La massa di polvere depositata su un filtro a membrana ad alta idrofobicità (ad esempio in Pvc), determinata gravimetricamente, fornisce, in rapporto al volume di aria campionata, la concentrazione della polvere inalabile cui è esposto il lavoratore.
Oltre a quelli già citati, i fattori che influenzano l’esposizione lavorativa includono: la durata e frequenza della lavorazione effettuata, l’uso di sistemi di controllo e abbattimento delle polveri e di eventuali DPI e le attrezzature di lavoro utilizzate.
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