Profili di Rischio di Comparto Frantoi
Profili di Rischio di Comparto Frantoio
FASE 1
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 1 – PESATURA
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
movimentazione manuale carichi.
Capitolo 1 - “Pesatura”(presente in entrambe le tipologie di lavorazione)
La pesatura della partita di olive può avvenire tramite trasferimento manuale dei contenitori (sacchi, cassette) su bilance o con la pesatura complessiva tramite pese o tramogge a ponte o elettroniche.
Il trasferimento dei contenitori di olive può essere interamente manuale oppure con l’impiego di nastri trasportatori, carrelli, ecc.
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Le attrezzature che possono essere utilizzate durante movimentazione delle olive in occasione della pesatura sono:
1. nastro trasportatore
2. carrelli manuali
3. tramogge costituenti l’impianto di pesatura, dotate di nastro trasportatore in gomma.
4. bilancia
Nastri trasportatori in gomma: Sono composti da una struttura portante in tubolare o di lamiera stampata, testata motrice, testata di rinvio con dispositivo tenditore, gruppo rulli e tappeto di gomma. I gruppi portarulli hanno diverse versioni a seconda che debbano alloggiare rulli in sistemazione piana, accoppiati a V o a conca.
Accessori dei trasportatori possono essere le spondine laterali di contenimento.
Gli impianti di pesatura risultano essere di recente costruzione e qualora siano installati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Macchine, sono dotati di marcatura CE.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Rischi derivanti dalla lavorazione.
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
aperture nei pavimenti;
viabilità interna, esterna; movimentazione manuale dei carichi.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa a non idoneità all’uso per:
contatto indiretto alla carcassa degli impianti, alla presa di collegamento, all’involucro di alluminio dell'interruttore di blocco .
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, della presa, o dell’interruttore di blocco medesimo in caso di urto meccanico con accesso alle parti attive.
b) Rischi per la salute.
b2) Movimentazione manuale dei carichi: il rischio è valutato a parte, vedi documento di comparto.
Capitolo 4. “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
a) Rischi per la sicurezza.
Le aperture di carico e scarico dei trasportatori in genere devono essere protette contro la caduta di persone e contro il contatto con organi pericolosi in moto .
Tutti gli organi ed elementi di trasmissione del moto devono essere segregati , in particolare le cinghie e pulegge e le zone di rimando dei nastri trasportatori .
Le zone sottostanti i nastri trasportatori devono essere inaccessibili o segregate ..
.
Nei vari piani dell’impianto devono essere realizzati appositi parapetti normali .e devono essere rese accessibili tutte le zone in cui è necessario intervenire in manutenzione .
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di nastri trasportatori, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
b) Rischi per la salute.
Gli interventi relativi alla movimentazione manuale dei carichi sono descritti nel documento di comparto.
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
La fase in esame non è appaltata a ditta esterna.
DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
FASE 2
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 2 – LAVAGGIO
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
movimentazione manuale carichi,
agenti fisici: rumore.
Capitolo 1 - “Lavaggio”(presente in entrambe le tipologie di lavorazione)
Dopo la pesatura e l’eventuale sosta nell’apposito locale (olivaio), le olive vengono scaricate in tramogge (tramogge di carico) di diversa capacità e dislocazione (sopraelevate rispetto al pavimento, con l’apertura a filo del pavimento, ecc.), per essere sottoposte alla pulizia effettuata mediante aspirazione delle foglie e lavaggio con acqua. Di seguito una coclea o un nastro trasportatore alimenta l’impianto di macinazione.
Olivaio
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Le attrezzature che possono essere utilizzate durante la fase di lavaggio sono:
1. carrelli manuali
2. tramogge
3. nastri trasportatori in gomma
4. defoliatrice
Tramoggia In relazione alla potenzialità produttiva dell’impianto, le tramogge possono avere diverse capacità e dimensioni geometriche. Generalmente sono posizionate con l’apertura superiore ad altezza del pavimento in modo da facilitare lo scarico delle olive. Lo svuotamento della tramoggia avviene tramite nastro trasportatore in gomma.
Nastri trasportatori in gomma: Sono composti da una struttura portante in tubolare o di lamiera stampata, testata motrice, testata di rinvio con dispositivo tenditore, gruppo rulli e tappeto di gomma. I gruppi portarulli hanno diverse versioni a seconda che debbano alloggiare rulli in sistemazione piana, accoppiati a V o a conca.
Accessori dei trasportatori possono essere le spondine laterali di contenimento.
Defogliatrice: è sostanzialmente costituita da un aspiratore, che ha lo scopo di aspirare polveri, rametti e foglie, e da una canalizzazione che convoglia il materiale aspirato all’esterno del frantoio.
Lavatrice: il lavaggio in corrente di acqua fredda serve per allontanare la terra ed i corpi estranei. Successivamente al lavaggio le olive passano su una griglia vibrante al fine di facilitare l’allontanamento dell’acqua e la separazione di piccole pietre e sassi.
Normalmente la defogliatrice e la lavatrice costituiscono una macchina unica.
Gli impianti di lavaggio risultano essere di recente costruzione e qualora siano installati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Macchine, sono dotati di marcatura CE.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Rischi derivanti dalla lavorazione.
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
aperture nei pavimenti;
viabilità interna, esterna; movimentazione manuale dei carichi.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di lavoro;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa a non idoneità d’uso per:
contatto indiretto alla carcassa delle apparecchiature in caso cedimento dell’isolamento del motore e/o scollegamenti del cablaggio dalla morsettiera per effetto delle vibrazioni.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, della morsettiera spina etc.
b) Rischi per la salute.
b2) Movimentazione manuale dei carichi: il rischio è valutato a parte, vedi documento di comparto.
b3) Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
rumore (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo lavorativo e di funzionamento: impianti d'aspirazione e canalizzazione di espulsione dei materiali aspirati quali foglie, sassi, ecc., scarsa manutenzione degli impianti) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
Si segnala la situazione determinatasi all’interno della fase di lavaggio ( 2 impianti di lavaggio paralleli ) di un frantoio, evidenziando che la fase di lavaggio è effettuata in locale distinto dalle operazioni di frangitura ed estrazione.
La valutazione dell’esposizione a rumore redatta nell’anno 1992 riporta i seguenti valori di Leq = 90,0 dB(A) ed Lep,d = 88,0 dB(A).
A seguito di intervento della Asl nella campagna olearia dell’anno 1995 è stato misurato un livello di pressione sonora Leq = 95.0 dB(A) evidenziando come sorgente principale della rumorosità il defogliatore (ventilatore di aspirazione e canalizzazione di allontanamento).
La valutazione dell’esposizione a rumore viene ripetuta confermando il valore di Leq e dichiarando un valore di Lep,d = 90,0 dB(A).
Capitolo 4 - “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
a) Rischi per la sicurezza.
Tutti gli organi lavoratori devono essere segregati , in particolare la girante dell’aspiratore.
Le tramogge di carico dei trasportatori in genere devono essere protette contro la caduta di persone e contro il contatto con organi pericolosi in moto . La zona di scarico dei trasportatori in genere deve essere protetta contro il contatto con organi pericolosi in moto .
Tutti gli organi ed elementi di trasmissione del moto devono essere segregati , in particolare le cinghie e pulegge e le zone di rimando dei nastri trasportatori
Le zone sottostanti i nastri trasportatori devono essere inaccessibili o segregate (
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di nastri trasportatori, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
b) Rischi per la salute.
Gli interventi relativi alla movimentazione manuale dei carichi sono descritti nel documento di comparto.
Rumorosità.
Gli impianti di aspirazione devono essere progettati secondo i criteri di buona tecnica e devono essere separati dagli impianti di produzione (art. 41 [3]). Le canalizzazioni devono essere realizzate con materiali che limitano la propagazione del suono (es. sostituzione di canale metallico con canale in materiale plastico.
Nel caso citato gli interventi effettuati sono stati:
spostamento degli elettroventilatori per l’estrazione delle foglie all’esterno;
in sonorizzazione dei tubi di aspirazione delle foglie.
A seguito di detti interventi la valutazione dell’esposizione a rumore ha fornito i seguenti valori Leq = 85,0 dB(A) e Lep,d = 84,0 dB(A).
DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
FASE 3
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 3 – FRANGITURA
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
agenti fisici: rumore.
Capitolo 1 - “frangitura”(presente in entrambe le tipologie di lavorazione, si differenziano le macchine utilizzate)”
Dopo il lavaggio le olive, cadono in una tramoggia e da qui, per mezzo di un elevatore a coclea, vengono avviate alla fase di frangitura.
L’impianto di frangitura può essere costituito da macine in pietra, nel ciclo tradizionale, o frangitori a martelli, cilindri o, più raramente, a cono, nel ciclo continuo.
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Le attrezzature che possono essere utilizzate durante la fase di frangitura sono:
1) Tramoggia ed elevatore a coclea
2) Molazza
3) Frangitore
Elevatore a coclea: è costituito da un albero sul quale è fissata una spirale od elica che ruota all’interno di una canalizzazione senza toccarne le pareti; il moto elicoidale della parte rotante permette l’avanzamento delle olive.
Molazza: è il sistema più antico di molatura ed è costituito da:
macina di fondo di granito;
bacino di materiale metallico provvisto di apertura laterale;
molazze verticali di granito, normalmente in numero di 2 o 3, a forma cilindrica o ellittica;
raschiatore delle molazze e del bacino;
palette rimescolatici ( hanno il compito di portare la pasta sotto le molazze);
pala di espulsione della pasta dal bacino;
organi di movimento.
Frangitore a martelli costituito da:
rotore porta martelli su cui sono posizionati i martelli in modo fisso o flottante;
griglia circolare (gabbia) sulla quale i martelli effettuano la lacerazione delle olive ed attraverso la quale il prodotto trattato viene inviato alla gramolatura;
organi di movimento.
Frangitore a cilindri e frangitore conico non vengono descritti in quanto non presenti nelle aziende oggetto dell’indagine.
Gli impianti di frangitura risultano essere di recente costruzione e qualora siano installati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Macchine, sono dotati di marcatura CE.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Rischi derivanti dalla lavorazione.
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
aperture nei pavimenti;
viabilità interna.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di lavoro;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da manipolazione di sostanze pericolose per utilizzo di sostanze corrosive durante le operazioni di pulitura (es. soda caustica)
a4) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa a non idoneità d’uso per:
contatto indiretto alle parti metalliche delle apparecchiature sotto tensione in caso di cedimento dell’isolamento del motore e/o scollegamenti del cablaggio alla morsettiera e del conduttore di protezione, per effetto di vibrazioni, urti, etc.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, della morsettiera spina,
etc.
b) Rischi per la salute.
B1) Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
rumore (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo lavorativo e di funzionamento: molini a martelli, scarsa manutenzione degli impianti) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
La molazza non determina questa problematica.
Nella generalità degli impianti le fasi 3, 4, 5, 6 e 7, con i relativi impianti, sono svolte all’interno di un unico locale. Il frangitore concorre alla determinazione del livello di pressione sonora all’interno del locale. I livelli di pressione sonora rilevati sono all’interno dell’intervallo 85-90 Leq dB(A) .
Capitolo 4. “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
a) Rischi per la sicurezza.
Tutti gli organi lavoratori devono essere segregati e dotati di dispositivo di blocco .
I condotti dove si trovano le coclee devono essere chiusi .
Le aperture di carico e scarico delle coclee devono essere protette contro il contatto con organi pericolosi in moto .
Tutti gli organi ed elementi di trasmissione del moto devono essere segregati , in particolare le cinghie e pulegge
I vari livelli dell’impianto devono essere dotati di appositi parapetti normali .in modo da rendere accessibili tutte le zone in cui è necessario intervenire in manutenzione ..
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di tramogge, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
Per eliminare il pericolo di raggiungere con le mani gli organi lavoratori delle macine e dei raschiatori, è necessario che la vasca di contenimento sia protetta da uno schermo bloccato opportunamente per tutto il perimetro della vasca e di altezza idonea . Anche il portello di scarico della pasta deve essere protetto in modo da impedire che gli stessi organi in movimento siano raggiungibili dal lavoratore
I frangitori a martelli devono avere i dispositivi di protezione (carter) fissati saldamente alla struttura con viti e bulloni rimovibili con speciali attrezzi. In alternativa i carter devono essere dotati di un dispositivo di sicurezza che, nel caso di loro rimozione, provochi l’arresto della macchina ed impedisca l’avviamento di questa finché la protezione non è stata rimessa
Rischi per la salute.
Rumorosità.
Considerata la presenza di varie macchine all’interno del locale gli interventi principali di bonifica non possono che esser relativi alla riduzione della potenza sonora delle macchine stesse.
DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
FASE 4
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 4 – GRAMOLATURA
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
agenti fisici: rumore.
Capitolo 1 - “gramolatura”(presente in entrambe le tipologie di lavorazione)
La pasta ottenuta con la macinazione passa successivamente in una o più serie di gramole dove avviene l'affioramento dell’olio sulla pasta stessa, a seguito di un continuo “massaggio” prodotto dalle pale montate su di un’asta ruotante.
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
La macchina utilizza è la gramolatrice.
Gramolatrice: una o più vasche in acciaio all’interno delle quali la pasta viene fatta avanzare verso la bocca di uscita tramite una o più aste ruotanti, con la funzione di favorire la formazione di gocce di olio di maggiori dimensioni.
La pasta di frangitura viene resa omogenea e fluida, attraverso il movimento lento delle pale del mescolatore (circa 30 giri/min.) e il riscaldamento (24° C) del contenitore della macchina impastatrice. La temperatura viene raggiunta e mantenuta riscaldando il corpo macchina dell'impastatrice con acqua calda a sua volta riscaldata da una resistenza elettrica blindata inserita nel corpo della macchina o con scaldacqua a muro e tubi di rame di trasporto.
Nei frantoi tradizionali la gramola è abbinata ad un dosatore per la distribuzione della pasta sui fiscoli per la successiva preparazione del castello. L’alimentazione della pasta al dosatore avviene tramite un sistema di coclee.
Gli impianti di gramolatura risultano essere di recente costruzione e qualora siano stati installati dopo l’entrata in vigore della direttiva macchine sono dotati di marcatura CE
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
aperture nei pavimenti;
viabilità interna.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di lavoro;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da manipolazione di sostanze pericolose per utilizzo di sostanze corrosive durante le operazioni di pulitura (es. soda caustica)
a4) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa a non idoneità d’uso per:
contatto indiretto alle parti metalliche delle apparecchiature sotto tensione in caso di cedimento dell’isolamento del motore e/o scollegamenti del cablaggio alla morsettiera e del conduttore di protezione, per effetto di vibrazioni, urti, etc.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, della morsettiera spina,
etc.
b) Rischi per la salute.
b1) Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
rumore (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo lavorativo e di funzionamento: molini a martelli, separatori centrifughi al asse orizzontale (decanter) e verticale, scarsa manutenzione degli impianti) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
Capitolo 4. “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
c) Rischi per la sicurezza.
Tutti gli organi lavoratori devono essere segregati e le protezioni, se amovibili, devono essere dotate di dispositivo di blocco .
Le aperture di carico e scarico della macchina devono essere protette contro il contatto con organi pericolosi in moto .
Tutti gli organi ed elementi di trasmissione del moto devono essere segregati .
I condotti dove si trovano le coclee devono essere chiusi .
Le aperture di carico e scarico delle coclee devono essere protette contro il contatto con organi pericolosi in moto . .
I vari livelli dell’impianto devono essere dotati di appositi parapetti normali .in modo da rendere accessibili tutte le zone in cui è necessario intervenire in manutenzione ..
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di tramogge, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
Rischi per la salute.
Rumorosità.
Gli interventi devono essere effettuati sulle macchine e gli impianti delle altre fasi lavorative presenti all’interno del locale.
DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
FASE 5
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 5 – PREPARAZIONE DEL CASTELLO
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
movimentazione manuale carichi;
agenti fisici: rumore.
Capitolo 1 - “Preparazione del castello”(presente solo nel ciclo tradizionale)
Nel sistema tradizionale la pasta di olive viene ad posta in uno strato sottile su dischi filtranti forati centralmente(fiscole) costituiti di fibre sintetiche ad alta resistenza. I dischi sono quindi impilati, intervallandoli con dischi di metallo (un disco di metallo ogni tre dischi filtranti), su di un carrello con al centro un tubo forato. Questa operazione, solitamente svolta manualmente, in alcuni frantoi viene eseguita con l’ausilio di impilatrici automatiche.
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Le macchine utilizzate sono:
1) Carrello portafiscoli;
2) pedana mobile;
3) macchina impilatrice;
4) trasportatore elettrico.
Carrello: può essere impilato in modo manuale o automatico.
Nel primo caso il carrello viene posto su una pedana mobile che, per effetto di un martinetto idraulico, consente l’abbassamento del carrello stesso al fine di facilitare l’operazione di impilatura.
Nel secondo caso viene utilizzata una macchina impilatrice
Macchina impilatrice: esegue molteplici movimenti, da quelli di rotazione dei fiscoli durante la carica della pasta a quelli di spostamento di 120° e impilazione sul carrello portafiscoli.
E' una macchina che abbisogna costantemente della manodopera dell' uomo il quale, dopo aver rimosso la sansa esausta dai fiscoli già sottoposti a pressatura, li dispone su di un piano al fine di distribuirci sopra uno strato di pasta di olive. La macchina provvede quindi Impilatrice
a sovrapporre i fiscoli sul carrello.
Per questi movimenti continui dei bracci meccanici nello spazio circostante, la macchina è protetta nel suo intorno da una barriera a grata metallica alta dal pavimento a 2,5 metri circa, al cui centro vi è un cancello apribile che consente il passaggio e trasporto nei due sensi del carrello portafiscoli fino alla pressa per la spremitura e, viceversa, per il trasporto all'impilatrice dei fiscoli spremuti.
L'apertura del cancello aziona un microswitch che interrompe l'alimentazione elettrica e quindi anche tutti i movimenti pneumatici della macchina (pericolosi per chi manovra il carrello dei fiscoli descritto sopra).
Per la movimentazione del carrello portafiscoli viene utilizzato un trasportatore elettrico.
Trasportatori elettrico per carrelli portafiscoli: sono apparecchi mobili dotati di motore elettrico asincrono trifase o monofase con riduttore meccanico, funzionante a tensione di rete 380/220V e sul manubrio sono dotati di pulsanti di comando. Sono utilizzati per trascinamento del carrello portafiscoli dalla postazione di impilamento alle presse e viceversa .
Gli impianti risultano essere di recente costruzione e qualora siano installati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Macchine, sono dotati di marcatura CE.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Rischi derivanti dalla lavorazione.
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
viabilità interna, esterna.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di avviamento;
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di lavoro;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa a non idoneità d’uso per:
contatto indiretto alle parti metalliche delle apparecchiature sotto tensione in caso di cedimento dell’isolamento del motore e/o scollegamenti del cablaggio alla morsettiera e del conduttore di protezione, per effetto di vibrazioni, urti, etc.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, della morsettiera spina, etc.
b) Rischi per la salute.
b2) Movimentazione manuale dei carichi: il rischio non è stato valutato nel documento di comparto in quanto questa tipologia di impianto è risultata scarsamente presente nel campione preso in considerazione.
b3) Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
rumore (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo lavorativo e di funzionamento: molini a martelli, separatori centrifughi ad asse orizzontale (decanter) e verticale, scarsa manutenzione degli impianti) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
Capitolo 4. “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
c) Rischi per la sicurezza.
Tutti gli organi lavoratori devono essere segregati e dotati di dispositivo di blocco .
I condotti dove si trovano le coclee devono essere chiusi .
Le aperture di carico e scarico delle coclee devono essere protette contro il contatto con organi pericolosi in moto .
Tutti gli organi ed elementi di trasmissione del moto devono essere segregati , in particolare le cinghie e pulegge
I vari livelli dell’impianto devono essere dotati di appositi parapetti normali .in modo da rendere accessibili tutte le zone in cui è necessario intervenire in manutenzione ..
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di tramogge, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
Devono essere adottati idonei D.P.I. per la protezione del piede a causa della movimentazione dei dischi metallici e dei carrelli portafiscoli .
Rischi per la salute.
Movimentazione manuale carichi.
L’intervento principale per ridurre il rischio è l’ausiliazione della movimentazione dei fiscoli e dei dischi metallici con l’uso della macchina impilatrice e dei trasportatori elettrici.
Rumorosità.
Gli interventi devono essere effettuati sulle macchine e gli impianti delle altre fasi lavorative presenti all’interno del locale.
Capitolo 6 - “Appalto a ditta esterna”
La fase in esame non è appaltata a ditta esterna.
Capitolo 8 - “Il rischio esterno”
Si fa riferimento ai profili di rischio ambientale per comparti produttivi.
DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
FASE 6
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 6 – SPREMITURA (ESTRAZIONE)
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
movimentazione manuale carichi;
agenti fisici: rumore.
Capitolo 1 - “Spremitura o estrazione”(presente in entrambe le tipologie di lavorazione, si differenziano le macchine utilizzate)”
Nei frantoi di tipo tradizionale l’estrazione dell’olio dalla pasta avviene tramite la pressione che una pressa idraulica esercita sulla pasta distribuita su dei fiscoli sovrapposti a formare il “castello”. I fiscoli costituiscono uno strato filtrante attraverso il quale il mosto, costituito da olio e acqua di vegetazione, defluisce per poi essere avviato al separatore centrifugo.
Nei frantoi moderni, di tipo continuo, la pressa idraulica ed il castello sono sostituiti dall’ estrattore centrifugo, capace di separare, per effetto della forza centrifuga impressa alla pasta, la parte liquida costituita da acqua ed olio dalla parte solida (sansa ).
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Le macchine utilizzate in questa fase sono la pressa per la lavorazione tradizionale ed l’estrattore centrifugo per la lavorazione continua.
Pressa: sono del tipo a torre aperta e vengono azionate da pompe idrauliche a due o quattro corpi con pistone ad azione unica e dispositivo per la variazione della portata mediante la regolazione della corsa. La pressione di esercizio può raggiungere le 400 Atm. Il carrello portafiscoli viene posizionato sulla testa del pistone dal quale viene spinto verso l’alto, determinando l’inserimento del tubo forato del carrello nell’apertura presente sulla sommità della pressa stessa. Il diametro del pistone della pressa è normalmente di 35 cm.
Pressa idraulica
Estrattore Centrifugo: si basa sul principio fisico di separazione per stratificazione di un prodotto composto da più elementi a diverso peso specifico. Gli idroestrattori trattano la pasta di olive secondo tre modalità diverse:
sistema a tre fasi (olio, acqua di vegetazione e sansa asciutta);
sistema a due fasi (olio e sansa umida).
L’interno di un estrattore centrifugo è costituito da un cilindro alettato (coclea), ad asse orizzontale, con parte conica, in acciaio inossidazione che gira a circa 3000/3500 giri al minuto. Come già detto, per effetto della forza centrifuga interagente sul diverso peso specifico dei componenti, avviene la separazione sansa-mosto. La Pasta viene
alimentata al centrifuga attraverso tubazioni sotto la spinta di una pompa tipo momo.
Nel corso dell’indagine svolta è stato trovato un impianto di frangitura utilizzante il procedimento Sinolea, che si fonda sul principio dell’alto capacità di adesione dell’olio rispetto all’acqua di vegetazione presente nella pasta di olive. Infatti lamelle di acciaio inox penetrano con movimento lento e continuo nella pasta di olive in costante movimento e fuoriescono trascinando per adesione l’olio all’eslerno della vasca, dove il recupero avviene sia per naturale sgocciolamento che per rasatura con opportuni pettini in materiale plastico. L’olio residuo (10-30%) può essere recuperato con uno dei due procedimenti sopra descritti.
Gli impianti risultano essere di recente costruzione e qualora siano installati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Macchine, sono dotati di marcatura CE.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Rischi derivanti dalla lavorazione.
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
viabilità interna, esterna.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di avviamento;
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di lavoro;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa all’idoneità d’uso:
relativamente alle presse:
contatto indiretto alla struttura metallica delle presse, del gruppo pompe idraulico di pressione dell'olio e al quadretto di alimentazione e controllo, nei casi di cedimento dell’isolamento del motore ( per sovratemperatura ) e/o scollegamenti del cablaggio (per vibrazioni ) dei comandi pompa, dei pressostati, del quadro, della morsettiera, etc.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura degli involucri e coperture isolanti, del quadretto di alimentazione, del cavo, della morsettiera , delle spine, prese etc.
relativamente alla centrifuga (decanter):
contatti indiretti alla carcassa metallica dell’estrattore centrifugo (in caso cedimento dell’isolante dell’avvolgimento del motore e di scollegamenti e contatti, dovuti alle forti vibrazioni, dei conduttori di potenza e di protezione alla morsettiera), all’involucro del quadro e degli interruttori di blocco.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, del pressacavo, della morsettiera del motore, della presa e spina all’interruttore di blocco in caso di urto meccanico.
Relativamente all’estrattore centrifugo la norma UNI EN 12505
individua i seguenti pericoli:
schiacciamento;
cesoiamento;
impigliamento;
trascinamento;
abrasione;
espulsione di parti di macchina;
espulsione di prodotto trattato;
perdita di stabilità.
In relazione a detti pericoli, vengono individuate le seguenti 9 zone di pericolo:
cinghie e pulegge, sensore statico e camma rotante dell’indicatore di velocità del tamburo
cinghie e pulegge, sensore statico e camma rotante dell’indicatore di velocità del riduttore, ingranaggi per la riduzione di velocità tra coclea e tamburo;
catena e corona dentata (o ingranaggi);
raschiatore, lame rotanti a bassa velocità;
tamburo;
estremità del tamburo (lato uscita del liquido);
estremità del tamburo (lato scarico residuo del solido);
tubo di alimentazione;
giunto idraulico rotante con palettatura esterne di raffreddamento, pulegge e cinghie.
b) Rischi per la salute.
b2) Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
rumore (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo lavorativo e di
funzionamento: estrattore centrifugo, scarsa manutenzione degli impianti) con
propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
La pressa idraulica non determina questo problema.
Nella generalità degli impianti le fasi 3, 4, 5, 6 e 7, con i relativi impianti, sono svolte all’interno di un unico locale. L’estrattore centrifugo concorre alla determinazione del livello di pressione sonora all’interno del locale. I livelli di pressione sonora rilevati sono all’interno dell’intervallo 85-90 Leq dB(A) .
Capitolo 4. “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
a) Rischi per la sicurezza.
Relativamente alle presse: tutti gli organi ed elementi di trasmissione del moto devono essere segregati , in particolare le cinghie e pulegge
Relativamente all’estrattore centrifugo: le zone relative ai meccanismi di trasmissione del moto ed alle parti rotanti devono essere protette da ripari fissi .
L’interruttore principale deve essere dotato di mezzi per prevenire l’avviamento accidentale .
Nei vari piani dell’impianto devono essere realizzati appositi parapetti normali .e devono essere rese accessibili tutte le zone in cui è necessario intervenire in manutenzione ..
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di nastri trasportatori, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
b) Rischi per la salute.
Rumorosità.
Considerata la presenza di varie macchine all’interno del locale gli interventi principali di bonifica non possono che esser relativi alla riduzione della potenza sonora delle macchine stesse.
DOCUMENTO FASE/FATTORE DI RISCHIO
FASE 7
1. COMPARTO: FRANTOI OLEARI
2. FASE DI LAVORAZIONE: FASE 7 – SEPARAZIONE
4. FATTORE DI RISCHIO: RISCHI PER LA SICUREZZA dovuti a:
carenze strutturali dell’ambiente di lavoro;
carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature;
rischi elettrici.
RISCHI PER LA SALUTE dovuti a:
agenti fisici: rumore.
Capitolo 1 - “Separazione” (presente in entrambe le tipologie di lavorazione)
Il mosto ottenuto dagli impianti di estrazione viene inviato ai separatori o centrifughe a dischi , al fine di separare l’acqua dall’olio.
Dopo questo ultimo passaggio l’olio d’oliva è pronto per il consumo diretto o per il confezionamento dopo eventuali operazioni di filtraggio.
Capitolo 2 – “Attrezzature, Macchine e Impianti”
Centrifuga a dischi. All’interno della macchina, per il principio di separazione per centrifugazione di un liquido composto da elementi a diverso peso specifico, l’olio, sostanza più leggera, viene ad essere raccolto nel tubo interno, dopo essere passato da una serie di coni che trattengono le impurità.
Centrifughe a dischi
Gli impianti risultano essere di recente costruzione e qualora siano installati dopo l’entrata in vigore della Direttiva Macchine, sono dotati di marcatura CE.
Capitolo 3 - “Il fattore di rischio”
Rischi derivanti dalla lavorazione.
a) Rischi per la sicurezza.
a1) Rischi da carenze strutturali dell’ambiente di lavoro relativamente a:
pavimenti (lisci o sconnessi);
viabilità interna, esterna.
a2) Rischi da carenze di sicurezza su macchine ed apparecchiature relativamente a:
protezione degli organi di avviamento;
protezione degli organi di trasmissione;
protezione degli organi di lavoro;
protezione degli organi di comando.
a3) Rischi da carenze di sicurezza elettrica connessa all’idoneità d’uso:
contatti indiretti alla carcassa metallica del separatore centrifugo (in caso cedimento
dell’isolante dell’avvolgimento del motore e di scollegamenti e contatti, dovuti alle forti
vibrazioni, dei conduttori di potenza e di protezione alla morsettiera), all’involucro del
quadro e degli interruttori di blocco.
per contatto diretto in caso di deterioramento o rottura del cavo, del pressacavo, della morsettiera del motore, della presa e spina all’interruttore di blocco in caso di urto meccanico
Relativamente alla centrifuga a dischi la norma individua i seguenti pericoli:
schiacciamento;
cesoiamento;
impigliamento;
trascinamento;
abrasione;
espulsione di parti di macchina;
espulsione di prodotto trattato;
perdita di stabilità.
In relazione a detti pericoli, vengono individuate le seguenti 6 zone di pericolo:
tamburo;
dispositivo di frenatura, giunto meccanico con alette di raffreddamento esterno;
ingranaggi di trasmissione del moto tra l’albero orizzontale e quello verticale, olio di lubrificazione degli ingranaggi (coppa dell’olio);
aperture di ventilazione.
b) Rischi per la salute.
b2) Agenti fisici: rischi da esposizione e grandezze fisiche che interagiscono in vari modi con l’organismo umano:
rumore (presenza di apparecchiature rumorose durante il ciclo lavorativo e di funzionamento: centrifuga a dischi, scarsa manutenzione degli impianti) con propagazione dell’energia sonora nell’ambiente di lavoro.
Nella generalità degli impianti le fasi 3, 4, 5, 6 e 7, con i relativi impianti, sono svolte all’interno di un unico locale. La centrifuga a dischi concorre alla determinazione del livello di pressione sonora all’interno del locale. I livelli di pressione sonora rilevati sono all’interno dell’intervallo 80-90 Leq dB(A) .
Capitolo 4. “Il danno atteso”
È stato descritto nel documento di comparto.
Capitolo 5 - “Gli interventi”
c) Rischi per la sicurezza.
Le zone relative ai meccanismi di trasmissione del moto ed alle parti rotanti devono essere protette da ripari fissi .
.
L’interruttore principale deve essere dotato di mezzi per prevenire l’avviamento accidentale .
Nei vari piani dell’impianto devono essere realizzati appositi parapetti normali .e devono essere rese accessibili tutte le zone in cui è necessario intervenire in manutenzione ..
Le buche e sporgenze pericolose, talvolta non eliminabili (presenza di nastri trasportatori, ecc), devono essere accuratamente segregate ed adeguatamente segnalate
b) Rischi per la salute.
Rumorosità.
Considerata la presenza di varie macchine all’interno del locale gli interventi principali di bonifica non possono che esser relativi alla riduzione della potenza sonora delle macchine stesse.
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Il contenuto della banca dati Profili di rischio rappresenta una prima base informativa, sviluppata grazie alla collaborazione dei Servizi di prevenzione delle Asl, aperta a tutti i contributi finalizzati all’aggiornamento dei profili esistenti, all’integrazione di nuovi profili nella banca dati, al collegamento con altre sorgenti informative (Sistema nazionale di sorveglianza infortuni e malattie professionali, Banche dati su fattori di rischio, Buone pratiche, ecc.) che approfondiscono temi specifici trattati nel profilo.
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RIMANE COMUNQUE UN UTILE STRUMENTO PER AVERE INFORMAZIONI SUI RISCHI DI COMPARTO.
Fonte:Profili di rischio Inail
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