Prevenzione del rischio microclima- rischio da caldo

Patologie da calore e fattori che contribuiscono alla loro insorgenza

E' scaribile dal paf materiale informativo sviluppato nell'ambito del progetto inail bric worklimate
si tratta di brochure informative sulle patologie da calore, sui fattori che contribuiscono alla loro insorgenza, sulle raccomandazioni da seguire per un’efficace pianificazione degli interventi aziendali in materia di prevenzione del rischio microclima, da adottare nell’ambito della specifica organizzazione del sistema di prevenzione aziendale (ai sensi art. 2 comma 2 d.lgs. 81/08).

Si ricorda che è compito e cura del datore di lavoro – tramite il Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi – l’individuazione delle procedure specifiche per l’attuazione delle misure ivi descritte, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, e a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri, secondo quanto prescritto dal D.lgs. 81/08.

PATOLOGIE DA CALORE E FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALLA LORO INSORGENZA

CHE COSA SONO LE PATOLOGIE DA CALORE?
Sono condizioni cliniche correlate all'esposizione a elevate temperature ambientali e a ondate di calore e comprendono:


1. CRAMPI DA CALORE. Sono dolori muscolari causati dalla perdita di sali e liquidi corporei durante la sudorazione. 

Cosa fare: I lavoratori con crampi da calore dovrebbero interrompere l’attività e reintegrare i sali minerali persi consumando integratori salini ed eventualmente essere reidratati con una soluzione fisiologica per via orale o endovenosa. 

È utile massaggiare i muscoli colpiti dal crampo per ridurre il dolore. 

Se dopo un’ora di riposo il dolore non passa, contattare il medico competente.


2. DERMATITE DA SUDORE. È il problema più comune negli ambienti di lavoro caldi. 

È causata dalla macerazione cutanea indotta dalla eccessiva presenza di sudore e si presenta sotto forma di piccoli brufoli o vescicole. 

L'eruzione cutanea può comparire sul collo, sulla parte superiore del torace, sull'inguine, sotto il seno e sulle pieghe del gomito.


Cosa fare: Il miglior trattamento consiste nello spostarsi in un ambiente di lavoro più fresco e meno umido. 

L'area dell'eruzione cutanea deve essere mantenuta asciutta. Eventualmente può essere applicato del talco sull’area colpita per diminuire il fastidio, mentre è sconsigliato l’utilizzo di unguenti o creme che potrebbero peggiorare la situazione.


3. SQUILIBRI IDROMINERALI. Conseguenti a profuse perdite idriche, in genere dovute a sudorazione e a iperventilazione, in assenza di adeguato reintegro di acqua. 

Successivamente si instaura un deficit sodico dovuto ad inadeguato ripristino del sodio perso con il sudore. 

I segni e sintomi della disidratazione sono riportati in Tabella 1.
Cosa fare: Stimolare subito il lavoratore a bere in abbondanza. In caso di forte sudorazione, reintrodurre insieme ai liquidi anche i sali minerali persi con uno snack e/o integratori. Se i sintomi non migliorano contattare il medico competente e in caso di sintomi gravi allertare il 118.


4. SINCOPE DOVUTA A CALORE. Consegue ad un’eccessiva vasodilatazione, con stasi venosa periferica, ipotensione e insufficiente flusso sanguigno cerebrale, e si manifesta con una perdita di coscienza preceduta da pallore, stordimento e vertigini. 

Può esserci ipertermia fino a 39°C, ma senza abolizione della sudorazione né agitazione motoria.


5. ESAURIMENTO o STRESS DA CALORE. È caratterizzato da un esaurimento della capacità di adattamento (del cuore e del sistema termoregolatorio), specie in soggetti non acclimatati sottoposti a sforzi fisici intensi. 

I segni e i sintomi di esaurimento da calore sono riportati in Tabella 1.


Cosa fare: Far spostare il lavoratore in un luogo fresco e, se non è presente nausea, incoraggiarlo a bere acqua fresca con sorsi brevi ma frequenti, ad alleggerire l’abbigliamento e a raffreddare con acqua fredda testa, collo, viso e arti. I lavoratori con segni o sintomi di esaurimento da calore dovrebbero essere portati all’osservazione del medico o al pronto soccorso per la valutazione e il trattamento. Se i sintomi peggiorano, deve essere allertato il 118. Qualcuno deve sempre rimanere con il lavoratore fino all'arrivo dei soccorsi.


6. COLPO DI CALORE. Si verifica se lo stress da calore non è trattato tempestivamente, quando il centro di termoregolazione dell’organismo è gravemente compromesso dall’esposizione al caldo e la temperatura corporea sale a livelli critici (superiori a 40°C). 

Si tratta di un'emergenza medica che può provocare danni agli organi interni e nei casi più gravi la morte. 

I segni e sintomi del colpo di calore sono riportati in Tabella 1.
Cosa fare: Se un lavoratore mostra i segni di un possibile colpo di calore, è necessario chiamare immediatamente il 118. Fino all'arrivo dei soccorsi è importante spostare il lavoratore in un'area fresca e ombreggiata e rimuovere quanti più indumenti possibile, bagnare il lavoratore con acqua fresca, o applicare asciugamani imbevuti d’acqua fresca su testa, collo, viso e arti e far circolare l'aria per accelerare il raffreddamento.

FATTORI CHE CONTRIBUISCONO ALL’INSORGENZA DELLE PATOLOGIE DA CALORE:
● Alta temperatura dell’aria e alti tassi di umidità
● Basso consumo di liquidi
● Esposizione diretta al sole (senza ombra)
● Movimento d'aria limitato (assenza di aree ventilate)
● Attività fisica intensa
● Alimentazione non adeguata
● Insufficiente periodo di acclimatamento
● Uso di indumenti pesanti e dispositivi di protezione
● Condizioni di suscettibilità individuale

CONDIZIONI CRONICHE CHE AUMENTANO LA SUSCETTIBILITÀ AL CALDO

Malattie della tiroide
Gli ormoni tiroidei inducono liberazione di energia termica dalle cellule
Obesità
Nei soggetti obesi aumenta lo sforzo cardiaco necessario per lavorare in ambienti caldi
Asma e Bronchite cronica
Il caldo può provocare broncocostrizione e attacchi di asma specialmente in presenza di alti tassi di umidità
Disturbi psichici e malattie neurologiche 
Possono causare un’alterata percezione dei rischi associati al caldo e la conseguente assunzione di comportamenti inadeguati 
Patologie cardiovascolari
Possono rendere difficile il potenziamento del lavoro  ardiaco necessario da una parte per disperdere il calore attraverso un aumento del flusso verso i distretti periferici
e dall’altra per incrementare il flusso sanguigno verso i distretti muscolari interessati dallo sforzo, soprattutto per
mansioni lavorative ad elevato impegno metabolico
Diabete 
● Ostacola la dispersione di calore a seguito della ridotta vasodilatazione al caldo per una globale alterazione della reattività del microcircolo, condizione esacerbata da una eventuale neurtopatia perifierica, che riduce e rallenta l’attivazione dei meccanismi termoregolatori 
● In caso di sforzi fisici intensi si possono verificare abbassamenti della glicemia 

Persone ipertese e con patologie cardiovascolari 

● Attenzione alla corretta idratazione ed al reintegro, oltre che dei liquidi persi, anche dei sali minerali, specialmente in presenza di fattori di rischio concomitanti (es. infezioni gastrointestinali) che possono favorire l’insorgenza di aritmie 

● Attenzione ad alzarsi bruscamente per evitare sbalzi improvvisi di pressione 

● Monitorare più spesso la pressione arteriosa durante l’estate, e richiedere il parere del medico curante per eventuali aggiustamenti della terapia 

● Se si soffre di ipertensione ridurre il consumo di sale


Persone con malattie respiratorie
● Portare con sé la terapia da effettuare in caso di broncocostrizione

Persone con disturbi psichici o neurologici
● Idratarsi adeguatamente e assumere regolarmente le terapie
Persone con disturbi renali
● Monitorare più spesso la pressione arteriosa
● Idratarsi adeguatamente e seguire unasana alimentazione preferendo alimenti ricchi di fibre e poveri di potassio

Persone con diabete 

● Ostacola la dispersione di calore a seguito della ridotta vasodilatazione al caldo per una globale alterazione della reattività del microcircolo, condizione esacerbata da una eventuale neurtopatia perifierica, che riduce e rallenta l’attivazione dei meccanismi termoregolatori 

● In caso di sforzi fisici intensi si possono verificare abbassamenti della glicemia

Per tutti i lavoratori con una condizione cronica 

● Confrontarsi con il medico competente e con il medico curante sui corretti comportamenti da adottare in caso di esposizione al caldo 

● Tenere presente che l’organismo ha bisogno di adattarsi al caldo in modo graduale 

● Già prima del turno di lavoro rinfrescarsi e idratarsi con bevande fresche, limitando il consumo di caffè che favorisce la disidratazione 

● Seguire una sana alimentazione nutrendosi a sufficienza ed evitando il consumo di alcol 

● Informarsi sulle previsioni degli effetti del caldo sui lavoratori in funzione di vari contesti occupazionali – 

consultare https://www.salute.gov.it/portale/caldo/homeCaldo.jsp e https://www.worklimate.it/scelta-mappa/ 

● Fare attenzione a sintomi come sudorazione intensa, cefalea, nausea, crampi: allerta rapidamente i colleghi e il responsabile per la sicurezza 

● In caso di aggravamento dei sintomi contattare rapidamente il 118 

● Non sospendere autonomamente le terapie in corso: una sospensione, anche temporanea, della terapia senza il controllo del medico può aggravare severamente uno stato patologico 

● Per saperne di più: http://www.salute.gov.it/caldo

DECALOGO PER LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE DA CALORE NEI LUOGHI DI LAVORO

RACCOMANDAZIONI MIRATE AD UN'EFFICACE PIANIFICAZIONE DEGLI INTERVENTI AZIENDALI IN MATERIA DI PREVENZIONE DEL RISCHIO MICROCLIMA, DA ADOTTARE NELL’AMBITO DELLA SPECIFICA ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA DI PREVENZIONE AZIENDALE (AI SENSI ART. 2 COMMA 2 D.LGS. 81/08). 

È compito e cura del datore di lavoro - tramite il SPP - l’individuazione delle procedure specifiche per l’attuazione delle misure ivi descritte, nonché dei ruoli dell’organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, e a cui devono essere assegnati unicamente soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri, secondo quanto prescritto dal D.lgs. 81/08. 

DESIGNARE UNA PERSONA CHE SOVRINTENDA AL PIANO DI SORVEGLIANZA PER LA PREVENZIONE DEGLI EFFETTI DELLO STRESS DA CALDO SULLA SALUTE E SULLA SICUREZZA E L’ADEGUATA RISPOSTA

Individuare un responsabile, presente sul luogo dove si svolge l’attività, che potrà anche coincidere con il preposto, per la sorveglianza delle condizioni meteoclimatiche, formato sull’appropriato uso dell’indice di calore e sugli indicatori di rischio di stress termico, preposto all’attuazione delle misure di tutela specifiche in caso di insorgenza delle condizioni di stress termico.

IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI E VALUTAZIONE DEL RISCHIO

L'identificazione dei pericoli implica il riconoscimento dei rischi legati al caldo e delle patologie da calore, dovute agli effetti di alte temperature, elevata umidità, dell’esposizione al sole o ad altre fonti di calore, alle esigenze lavorative, agli indumenti di lavoro, ai dispositivi di protezione individuale (DPI) e a fattori di rischio personali. 

Gli strumenti di identificazione includono l’utilizzo di piattaforme previsionali di allerta da caldo specifiche per i lavoratori, come quella messa a punto nell’ambito del Progetto WORKLIMATE ( https://www.worklimate.it/scelta-mappa/ ), in grado di fornire previsioni personalizzate sulla base dell’attività fisica svolta dal lavoratore e dell’ambiente di lavoro (es. esposizione al sole o in zone d’ombra). 

In una fase di screening preliminare, al fine di individuare le condizioni di criticità e predisporre un adeguato piano d’azione, a partire dalla tutela dei soggetti più a rischio, è possibile utilizzare uno dei tanti indici semplificati disponibili e che richiedono la sola conoscenza di temperatura e umidità dell’aria, valutabili con l’utilizzo di un termoigrometro sul luogo di lavoro, ovvero – in sede di valutazione - utilizzando i dati storici per il sito in esame. Sul Portale Agenti Fisici alla sezione microclima sono disponibili strumenti di calcolo che consentono la stima previsionale del rischio microclima in relazione a differenti attività lavorative e scenari espositivi. 

Anche nel caso di appalto di lavorazioni i committenti sono responsabili del rispetto delle norme per la prevenzione e protezione della salute e sicurezza dei lavoratori, tenendo conto anche del rischio associato al caldo, con particolare riferimento agli interventi di primo soccorso. 

FORMAZIONE 

 La formazione ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza dei lavoratori sugli effetti sulla salute dello stress da caldo e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. 

Deve comprendere raccomandazioni sugli abiti preferibilmente da indossare, sull’importanza di mantenere un ottimo stato di idratazione e un’alimentazione equilibrata, sui fattori di rischio individuali e la gestione dei sintomi delle patologie da calore - come prevenirne l’insorgenza e come e quando riconoscere i sintomi. 

È importante che la formazione dei lavoratori venga fatta in una lingua che i lavoratori comprendano. 

Oltre che per i lavoratori, si raccomanda anche la formazione specifica sui rischi per i lavoratori legato allo stress termico e sulle strategie di prevenzione e mitigazione per il preposto per la sicurezza e l’addetto al primo soccorso

STRATEGIE DI PREVENZIONE E PROTEZIONI INDIVIDUALI PER I LAVORATORI

Idratazione 

Rendere disponibile acqua potabile da bere e acqua per rinfrescarsi. Acqua fresca potabile deve essere sempre disponibile e facilmente accessibile. In situazioni di esposizione al caldo, i lavoratori dovrebbero essere incoraggiati a bere circa un litro d'acqua ogni ora, ovvero circa un bicchiere d’acqua ogni quindici minuti. Bere solo quando si ha sete può andare bene nei giorni freschi, ma in occasione di un’ondata di calore, o, in generale, dell'esposizione a temperature elevate si dovrebbero seguire alcune semplici regole per una corretta idratazione: 

● Si raccomanda che i lavoratori: 

● facciano massima attenzione al proprio livello di idratazione e bevano prima di avvertire la sete; 

● evitino di bere più di 1,5 litri di acqua in un’ora. L’eccesso di liquidi provoca carenza di sali minerali e può causare effetti negativi sulla salute; 

● limitino l’assunzione di bevande energetiche utilizzate in ambito sportivo e/o l’assunzione autonoma di integratori salini per compensare i sali minerali persi con la sudorazione. 

Le bevande energetiche possono avere effetti negativi in termini di eccesso di calorie ingerite e provocare disturbi elettrolitici. In genere un’alimentazione equilibrata è in grado di reintegrare la perdita di sali dovuta alla sudorazione. 

L’assunzione di bevande energetiche o di integratori dovrebbe avvenire solo sotto supervisione medica. 

● Contenitori per l’acqua dovrebbero essere installati in diverse postazioni sul luogo di lavoro. 

● Per le attività all'aperto, i lavoratori possono utilizzare zaini o cinture per l’idratazione dotate di apposito sistema di conservazione e di costante accesso all'acqua. 

● In alternativa, piccoli refrigeratori contenenti acqua o grandi brocche d'acqua possono essere installati in postazioni all’ombra, in aree frequentate dai lavoratori durante la giornata. 

Abbigliamento 

● Consigliare ai lavoratori di indossare, se possibile, abiti leggeri in fibre naturali, traspiranti e di colore chiaro e che ricoprano buona parte del corpo (es. maglietta leggera a maniche lunghe: è importante non lavorare a pelle nuda) e consigliare di indossare se possibile un copricapo con visiera o a tesa larga e occhiali da sole con filtri UV. 

● A seguito di parere positivo da parte del medico competente, consigliare ai lavoratori di applicare una crema solare ad alta protezione (SPF 50+) nelle parti del corpo che rimangono scoperte. 

● Possono essere forniti indumenti refrigeranti o gilet ventilati ai lavoratori più esposti che svolgono lavori pesanti. 

RIORGANIZZAZIONE DEI TURNI DI LAVORO

La modifica degli orari di lavoro può ridurre l'esposizione dei lavoratori al calore. Consultare le previsioni di allerta dei rischi correlati allo stress da caldo per i lavoratori https://www.worklimate.it/scelta-mappa . 

● La riprogrammazione delle attività che non sono prioritarie e che sono da condursi all'aperto in giorni con condizioni meteoclimatiche più favorevoli. 

● La pianificazione delle attività che richiedono un maggiore sforzo fisico durante i momenti più freschi della giornata. ● L’alternanza dei turni tra i lavoratori in modo da minimizzare l’esposizione individuale al caldo o al sole diretto. 

● L’interruzione del lavoro in casi estremi quando il rischio di patologie da calore è molto alto. 

RENDERE DISPONIBILI E ACCESSIBILI AREE OMBREGGIATE PER LE PAUSE

Per quanto possibile assicurare la disponibilità di aree completamente ombreggiate o climatizzate per le pause e il raffreddamento. 

Pianificare pause brevi ma frequenti in luoghi ombreggiati non causa perdite di produttività, ma anzi, ci sono evidenze che in assenza di pause pianificate il ritmo di lavoro si rallenta e aumenta il rischio di errore umano. 

● Si raccomanda, compatibilmente con l’attività lavorativa svolta, di utilizzare segnali acustici, messaggi audio, qualsiasi tipo di comunicazione efficace per ricordare ai lavoratori di effettuare pause al fresco per la reidratazione e il rinfrescamento. 

● I pasti dovranno essere consumati sempre in aree ombreggiate (ove applicabile, si consiglia di fornire ai lavoratori pasti adeguati ricchi in frutta e verdura, evitando cibi ricchi di grassi e sale che rallentano la digestione e predispongono allo stress da caldo). 

FAVORIRE L’ACCLIMATAZIONE DEI LAVORATORI 

L'acclimatazione consiste in una serie di modificazioni fisiologiche che consentono all’organismo di tollerare la conduzione di mansioni lavorative in condizioni di esposizione a temperature elevate. 

Si ottiene aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l'esposizione al calore dei lavoratori e favorendo l’effettuazione di frequenti pause per l'approvvigionamento di acqua e il riposo all'ombra. 

Sono necessari dai 7 ai 14 giorni per raggiungere uno stato di acclimatazione (di più nel caso in cui il lavoratore stia assumendo determinati farmaci o sia affetto da patologie croniche). In linea con quanto raccomandato dagli organismi internazionali per la protezione della salute occupazionale si consiglia che, in caso di ondata di calore i lavoratori neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un'assenza prolungata inizino con il 20% del carico di lavoro il primo giorno e aumentino gradualmente il carico ogni giorno successivo; i lavoratori esperti dovrebbero iniziare il primo giorno al 50% del carico normale, e anch’essi aumentare gradualmente il carico nei giorni successivi. 

È importante tenere presente che: 

● l'acclimatazione si mantiene solo per alcuni giorni se si interrompe l’attività lavorativa 

● i disturbi da caldo si verificano spesso durante i primi giorni di attività lavorativa e/o nei primi giorni di un’ondata di calore o in concomitanza con le prime esposizioni stagionali a temperature particolarmente elevate; 

● particolare attenzione va prestata ai lavoratori neo-assunti, ovvero lavoratori giovani e in ottime condizioni di salute ma con meno esperienza lavorativa alle spalle.

REALIZZAZIONE DEL “SISTEMA DEL COMPAGNO” 

Promuovere il reciproco controllo dei lavoratori soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o, in generale, durante le ondate di calore. In caso di insorgenza di segni e sintomi di patologie da calore, un compagno vicino potrà chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso nel rispetto delle norme anti Covid-19, indicando il luogo esatto in cui vengono svolte le lavorazioni. 

PIANIFICAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE

Prima dell’esposizione dei lavoratori al calore (all’aperto o al chiuso) è importante sviluppare con la collaborazione del medico competente e del responsabile della sicurezza un piano di sorveglianza per il monitoraggio dei segni e dei sintomi delle patologie da calore e di risposta alle emergenze, per favorire precocemente la diagnosi e il trattamento. Il piano deve includere informazioni su cosa fare quando qualcuno mostra i segni delle patologie da calore, come contattare i soccorsi, quali misure di primo soccorso attuare in attesa dell'arrivo dei soccorsi. 

Tutti i lavoratori devono essere messi a conoscenza del piano e devono essere in grado di riconoscere i sintomi legati allo stress termico. I lavoratori che presentino l'insorgenza di patologie da calore devono cessare immediatamente di svolgere le attività che stavano svolgendo, rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca e bere acqua potabile. 

Essere in stato confusionale può essere un segno di colpo di calore e richiede un’immediata assistenza medica. Nel trattamento di una grave malattia da calore, il raffreddamento è l’azione prioritaria da intraprendersi immediatamente, ed è indispensabile prevedere che venga sempre messa in atto all’insorgenza dei sintomi. È da tenere sempre presente che: 

● Sentirsi male mentre si lavora al caldo è un serio segnale di allerta. Qualsiasi lavoratore che riferisca di sentirsi male durante il lavoro in condizioni di caldo corre il rischio dell’esaurimento da calore, situazione clinica che può rapidamente progredire in un colpo di calore se non trattata prontamente. 

● Il primo intervento di soccorso in caso di sospetto esaurimento da calore o colpo di calore comporta il RAFFREDDAMENTO del corpo il più rapidamente possibile, oltre al dare da bere acqua potabile o a somministrare soluzioni isotoniche di cloruro di sodio per ripristinare la perdita di sali. 

● Le persone con una grave malattia da calore non sempre sono in grado di riconoscere i rischi che stanno correndo. Se un lavoratore mostra segni di esaurimento da calore o colpo di calore, non deve essere mai lasciato solo fino a quando non arrivano i soccorsi. 

MISURE SPECIFICHE PER I LUOGHI DI LAVORO IN AMBIENTI CHIUSI 

I luoghi di lavoro in ambienti chiusi possono essere raffreddati con l’utilizzo del condizionatore o, in alternativa, se la temperatura dell’aria è inferiore alla temperatura media corporea (circa 35°C), del ventilatore. 

È importante ricordare che i ventilatori meccanici accelerano soltanto il movimento dell’aria ma non abbassano la temperatura ambientale. Il condizionatore va utilizzato in modo corretto (vedi opuscolo Ministero della Salute https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_117_allegato.pdf ). 

Altri metodi per abbassare la temperatura ambientale includono l’utilizzo di schermi riflettenti per l’allontanamento del calore radiante e l’isolamento termico degli infissi. 

Se sono presenti macchinari/superfici calde si possono posizionare schermi protettivi fra il lavoratore e le sorgenti radianti eventualmente presenti (semplici superfici riflettenti o riflettenti ed assorbenti) e si può ridurre, laddove possibile, l’emissività della superficie calda della sorgente radiante rivestendola con del materiale isolante. 

L’IMPORTANZA DI MANTENERE UN BUONO STATO DI IDRATAZIONE

LA DISIDRATAZIONE PREDISPONE AL RISCHIO DI INFORTUNI SUL LAVORO E DI INSORGENZA DELLE PATOLOGIE DA CALORE.
QUESTA CONDIZIONE SE DIVENTA CRONICA AUMENTA IL RISCHIO DI PATOLOGIE, COME QUELLE RENALI.
LE PRESTAZIONI LAVORATIVE PEGGIORANO IN CONDIZIONI DI DISIDRATAZIONE E ANCHE LA PRODUTTIVITÀ NE RISENTE

I lavoratori possono valutare il proprio stato di idratazione controllando la quantità e il colore dell’urina emessa: si è in buono stato di idratazione se si avverte lo stimolo a urinare una volta ogni 2 o 3 ore e se l’urina è di colore chiaro.

FATTORI CHE FAVORISCONO LA DISIDRATAZIONE E LE PATOLOGIE DA CALORE

● Presenza di malattie quali bronchite cronica, malattie cardiache, diabete, gastroenteriti 

● Uso di farmaci per la cura di malattie croniche ed es. diuretici, antidepressivi, anticoagulanti 

● Alimentazione non adeguata 

● Insufficiente periodo di acclimatamento 

● Abbigliamento pesante, non traspirante (es. dispositivi di protezione individuale, uniformi o tute da lavoro) 

● Ritmo e intensità di lavoro sostenuti

AL LAVORO È IMPORTANTE CONTINUARE A BERE DURANTE LA GIORNATA E PRIMA DI AVVERTIRE IL SENSO DELLA SETE

Chi lavora in condizioni di esposizione al caldo, soprattutto quando intenso e persistente, dovrebbe bere 1 bicchiere (250 ml) di acqua ogni 15-20 minuti, ovvero circa 1 litro all'ora. 

Bere un bicchiere d’acqua ogni 15-20 minuti è più efficace che bere maggiori quantità più di rado. In caso di forte sudorazione, reintrodurre insieme ai liquidi anche i sali minerali persi con un’alimentazione ricca di frutta e verdura e, in caso di sforzo fisico intenso, con integratori, su consiglio del medico competente o curante. 

PER IL DATORE DI LAVORO 

● Distributori di acqua dovrebbero essere installati in diverse postazioni sul luogo di lavoro. 

● Per le attività all'aperto, i lavoratori possono utilizzare zaini o cinture per l’idratazione dotate di apposito sistema di conservazione e di costante accesso all'acqua. 

● In alternativa, refrigeratori contenenti acqua o grandi brocche d'acqua possono essere installati in postazioni all’ombra, in aree frequentate dai lavoratori durante la giornata

L’IMPORTANZA DELLE PAUSE PROGRAMMATE PER I LAVORATORI ESPOSTI AL CALDO

NON È RACCOMANDABILE LAVORARE CONTINUATIVAMENTE IN CONDIZIONI DI ESPOSIZIONE AL CALDO SENZA FARE PAUSE: È IMPORTANTE FARE PAUSE PERIODICHE PER RINFRESCARSI ATTENDERE DI AVVERTIRE LA STANCHEZZA PRIMA DI FARE UNA PAUSA
POTREBBE NON ESSERE SUFFICIENTE.


Pause dal lavoro brevi e tanto più frequenti quanto maggiore è il rischio associato al caldo possono ridurre i rischi per la salute senza influenzare la produttività.
È consigliabile concordare con il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione o con il Datore di lavoro un Piano di alternanza tra le attività lavorative e le pause.
PRESTA ATTENZIONE ALLE PREVISIONI GIORNALIERE SULLE ONDATE DI CALORE ED OTTIENI UNA PREVISIONE PERSONALIZZATA DEL RISCHIO LEGATO ALLO STRESS DA CALDO
Si raccomanda la consultazione di piattaforme previsionali di allerta da caldo specifiche per i lavoratori, come quella messa a punto nell’ambito del Progetto WORKLIMATE ( https://www.worklimate.it/scelta-mappa/ ), in grado di fornire previsioni
personalizzate sulla base dell’attività fisica svolta dal lavoratore e dell’ambiente di lavoro (es. esposizion  al sole o in zone d’ombra).
Le raccomandazioni sono diversificate in base all’intensità dell’attività lavorativa e al grado di esposizione al caldo:
● chi esegue un’attività lavorativa moderata durante un’ondata di calore dovrebbe seguire una serie di raccomandazioni per proteggersi dal caldo simili a quelle della popolazione generale (idratazione, alimentazione, abbigliamento) e fare pause frequenti in luoghi ombreggiati o con aria condizionata.
● chi esegue un’attività lavorativa intensa durante un’ondata di calore dovrebbe usare estrema cautela:
● il rischio di patologie da calore in questo caso è alto. In aggiunta alle raccomandazioni generali su idratazione, alimentazione, abbigliamento, quindi, se ne aggiungono altre relative alla gestione dell’attività lavorativa.
● È fortemente consigliato valutare con il Datore di Lavoro l’opportunità di rimodulare l’attività lavorativa (ritmo e turni), ad esempio con un’interruzione delle attività che richiedono un maggiore sforzo fisico nelle ore più calde e programmando pause frequenti in luoghi ombreggiati


Fonte:worklimate

Informativa sulle patologie da calore e sui fattori che contribuiscono alla loro insorgenza

Le condizioni croniche che aumentano la suscettibilità al caldo

Decalogo per la prevenzione delle patologie da calore nei luoghi di lavoro

L’importanza di mantenere un buono stato di idratazione

L’importanza delle pause programmate per i lavoratori esposti al caldo

Se i collegamenti alla fonte non funzionassero potete scaricare i documenti aggiornati 2022 al link sotto riportato.

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