IL RISCHIO DI COLPO DA CALORE

LAVORO D’ ESTATE IN CONDIZIONI DI TEMPERATURA ELEVATA


Documento a cura del Coordinamento Provinciale SPISAL di Padova
Il rischio da calore è un’ emergenza estiva ma non è un’emergenza imprevedibile perché
rappresenta una realtà che si ripete ogni estate. Il Testo Unico sulla salute e sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008) indica tra gli obblighi del datore di lavoro quello di valutare “tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori”, compresi quelli riguardanti “gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari” e quindi anche al rischio di danni da calore.
Per questo le aziende interessate da questo rischio devono effettuare una specifica “valutazione del rischio”; ciò vale soprattutto nell’edilizia, dove il rischio è molto alto sia per l’entità dell’esposizione, sia per la pesantezza del lavoro, sia per l’elevato rischio infortunistico. 

Anche in agricoltura, lavorando sia all’aperto che nelle serre, gli operatori sono esposti in modo rilevante al rischio di colpo di calore.


Abitualmente per definire il rischio da calore viene considerata solo la temperatura, ma in realtà questo parametro deve essere valutato anche in relazione all’umidità, ed eventualmente alla ventilazione e all’irraggiamento per poter avere una indicazione più precisa del rischio.
Nei periodi in cui si prevede caldo intenso la prima e più importante cosa da fare ogni giorno è verificare le previsioni e le condizioni meteorologiche.
E’ necessario valutare sempre almeno due parametri che si possono ottenere con la lettura su un semplice termometro e igrometro: la temperatura dell’aria e l’umidità relativa; devono sempre essere considerate a rischio quelle giornate in cui si prevede che la Temperatura all’ombra superi i 30° e l’umidità relativa sia superiore al 70%.
E’ possibile utilizzare l’indice di calore (heat index), proposto anche dall’Istituto Nazionale
Francese per la Ricerca sulla Sicurezza, calcolandolo sulla tabella riportata in base alla temperatura dell’aria e all’umidità relativa. La temperatura dell’aria deve essere misurata all’ombra nelle immediate vicinanze del posto di lavoro.


Occorre tener presente che il rischio è sempre più elevato quando il fisico non ha avuto il tempo di acclimatarsi al caldo; l’acclimatamento completo richiede dagli 8 ai 12 giorni e scompare dopo 8 giorni. 

E’ quindi evidente che il rischio è più elevato nel caso di “ondate di calore”, soprattutto quando queste si verificano a fine primavera o all’inizio dell’estate. Il rischio può essere aggravato anche da uno scarso riposo notturno dovuta all’alta temperatura.


MISURE DI PREVENZIONE
Organizzare innanzitutto il lavoro in modo da minimizzare il rischio:
 variare l’orario di lavoro per sfruttare le ore meno calde, programmando i lavori più pesanti
nelle ore più fresche;  effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
 programmare in modo che si lavori sempre nelle zone meno esposte al sole;
 evitare lavori isolati permettendo un reciproco controllo.
Il vestiario deve prevedere abiti leggeri traspiranti, di cotone, di colore chiaro; è sbagliato lavorare a pelle nuda perché il sole può determinare ustioni e perché la pelle nuda assorbe più calore. 

E’ importante anche un leggero copricapo che permetta una sufficiente ombreggiatura.


Le pause in un luogo fresco sono assolutamente necessarie per permettere all’organismo di
riprendersi. In alcune situazioni può essere necessario predisporre un luogo adeguatamente attrezzato. 

La frequenza e durata di queste pause deve esser valutata in rapporto al clima ma anche alla pesantezza del lavoro che si sta svolgendo e all’utilizzo del vestiario tra cui devono essere considerati anche i dispositivi di protezione individuale. Occorre sottolineare che tali pause devono essere previste come misure di
prevenzione da chi organizza il lavoro ed i lavoratori devono essere invitati a rispettarle; esse non devono essere lasciate alla libera decisione del lavoratore (per es.: quando ti senti stanco ti puoi fermare). Infatti il corpo umano, mentre avverte la temperatura esterna elevata e la fatica fisica, non è in grado di avvertire l’accumulo interno di calore; questo può portare a situazioni di estrema gravità (colpo di calore) senza che l’individuo se ne renda conto.



Rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca: è importante per disperdere il calore.
L’idratazione è un fattore è molto importante. E’ necessario bere per introdurre i liquidi e i sali dispersi con la sudorazione: in condizioni di calore molto elevato il nostro organismo può eliminare anche più di 1 litro di sudore ogni ora che quindi deve essere reintegrato. Bere poco è pericoloso, perché il calore viene eliminato attraverso il sudore e la mancata reintroduzione di liquidi e sali può portare all’esaurimento della sudorazione e favorire quindi il colpo di calore. È consigliabile quindi bere bevande che contengono sali minerali (integratori). Non si devono assolutamente bere alcolici per due motivi: 1) perché si aggiungono
calorie; 2) perché l’alcol disidrata, cioè sottrae acqua dai tessuti. E’ consigliato inoltre evitare il fumo di tabacco.
L’alimentazione deve essere povera di grassi, ricca di zuccheri e sali minerali: Preferire pasti leggeri, facili da digerire, privilegiando la pasta, la frutta e la verdura e limitando carni e insaccati.
L’informazione dei lavoratori sui possibili problemi di salute causati dal calore è fondamentale perché possano riconoscerli e difendersi, senza sottovalutare il rischio. La patologia da calore può infatti evolvere rapidamente e i segni iniziali possono non essere facilmente riconosciuti dal soggetto e dai compagni di lavoro.


La sorveglianza sanitaria è infine è molto importante perché il medico del lavoro aziendale, valutando lo stato di salute dei lavoratori, può fornire indicazioni indispensabili per prevenire il rischio da colpo di calore in relazione alle caratteristiche individuali di ciascun lavoratore. La presenza di alcune malattie come le cardiopatie, malattie renali, diabete, obesità possono ridurre anche drasticamente

la resistenza dell’individuo all’esposizione a calore; l’esposizione a calore inoltre aumenta il rischio di aggravamento della malattia di cui si soffre. Il medico competente dell’azienda con il giudizio di idoneità al lavoro dà indicazioni al lavoratore e al datore di lavoro sulle possibilità di poter sostenere l’esposizione a calore; di conseguenza i lavoratori con specifiche indicazioni nel giudizio di idoneità dovranno essere impiegati in attività più leggere e con maggiori pause.


LA SINTOMATOLOGIA DA CALORE E IL SOCCORSO

La "patologia da calore" può evolvere rapidamente, i primi segnali di pericolo di colpo di
calore possono essere poco evidenti e insidiosi: riconoscerli ed effettuare una diagnosi precoce può salvare la vita. Pensare che l'idratazione prevenga il colpo di calore è un errore. La verità è che idratarsi è importante ma non è sufficiente per prevenire il malore.
I segni premonitori di un iniziale colpo di calore possono includere: irritabilità, confusione,
aggressività, instabilità emotiva, irrazionalità e un compagno potrebbe notare perdita di lucidità. Vertigini, affaticamento eccessivo e vomito possono essere ulteriori sintomi. Tremori e pelle d'oca segnalano una riduzione della circolazione cutanea, predisponendo ad un veloce aumento della temperatura. 

Spesso il soggetto comincia a iperventilare (come fanno i cani) per ridurre il calore; questo può causare formicolio alle dita come preludio del collasso. Incoordinazione e mancanza d'equilibrio sono segni successivi, seguiti dal collasso con perdita di conoscenza e/o coma. In fase di collasso la temperatura corporea può raggiungere o superare i 42,2°C.

COSA FARE:
Chiamare subito un incaricato di Primo Soccorso e Chiamare il 118;
Posizionare il lavoratore all'ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea, mantenendo la persona in assoluto riposo; slacciare o togliere gli abiti;
Raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca in particolare su fronte, nuca ed estremità.






IL RISCHIO DI COLPO DA CALORE punti principali in sintesi

CHI
I lavoratori dei cantieri edili e stradali e gli agricoltori nei campi e/o in serra.
In generale tutti i lavoratori che effettuano un lavoro faticoso all’aperto.
QUANDO
Quando la Temperatura all’ombra supera i 30°C e l’u midità relativa è superiore al 70% esiste il rischio concreto di
colpo di calore. Temperature superiori a 35°C con umidità all’80% rappresentano situazioni di rischio elevato.
COME PREVENIRE
IN GENERALE
 informare i lavoratori sui possibili problemi di salute causati dal calore perché possano riconoscerli e
difendersi, senza sottovalutare il rischio.
 seguire le prescrizioni e le limitazioni del medico competente che ha effettuato la sorveglianza sanitaria, in
relazione all’idoneità sul rischio specifico
OGNI GIORNO
· misurare la temperatura dell’aria (all’ombra) e l’umidità relativa e informare i lavoratori sul rischio
· programmare i lavori di maggior fatica fisica in orari con temperature più favorevoli, preferendo l'orario
mattutino e preserale;
· programmare in modo che si lavori sempre nelle zone meno esposte al sole;
· effettuare una rotazione nel turno fra i lavoratori esposti;
· evitare lavori isolati permettendo un reciproco controllo.
· usare abiti leggeri di colore chiaro in tessuto traspirante e copricapo
· prevedere pause durante il turno lavorativo in un luogo fresco, con durata variabile in rapporto al clima e
alla attività fisica del lavoro; i lavoratori devono essere invitati a rispettarle e non devono essere lasciate
solo alla libera decisione del lavoratore (per es.: quando ti senti stanco ti puoi fermare).
· rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca
· bere acqua fresca (non ghiacciata) e sali minerali per recuperare i liquidi e persi con la sudorazione che in
queste condizioni climatiche possono raggiungere anche più di 1 litro di sudore ogni ora. Bisogna quindi
bere molto anche indipendentemente dallo stimolo della sete.
· non bere assolutamente alcolici
· evitare il fumo di tabacco.
· preferire pasti leggeri, facili da digerire privilegiando la pasta, la frutta e la verdura e limitando carni e
insaccati.
COME SI MANIFESTA
La patologia da calore può evolvere rapidamente e i segni iniziali possono non essere facilmente
riconosciuti dal soggetto e dai compagni di lavoro.
I segni premonitori di un iniziale colpo di calore possono essere irritabilità, confusione, cute calda e arrossata,
sete intensa, sensazione di debolezza, crampi muscolari.
Segni successivi sono vertigini, affaticamento eccessivo, nausea e vomito. Tremori e pelle d'oca segnalano un
veloce aumento della temperatura. I
Infine compaiono difficoltà di concentrazione e di coordinazione con mancanza d'equilibrio, seguiti dal collasso
con perdita di conoscenza e/o coma. In fase di collasso la temperatura corporea può raggiungere o superare i
42,2°C.
IL SOCCORSO
· Accorgersi del pericolo di colpo da calore e subito attuare la terapia appropriata possono salvare la
vita.
· Chiamare subito un incaricato di Primo Soccorso e Chiamare il 118;
· Posizionare il lavoratore all'ombra e al fresco, sdraiato in caso di vertigini, sul fianco in caso di nausea,
mantenendo la persona in assoluto riposo; slacciare o togliere gli abiti;
· Raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca in particolare su fronte, nuca ed estremità.

Documento a cura del Coordinamento Provinciale SPISAL di Padova

DOWNLOAD

Calcolo Heat Index in Excel


Abbiamo realizzato un semplice foglio di calcolo in excel che permette di calcolare il rischio da "Colpo di Calore".
Il foglio di calcolo realizzato dal Geometra Benni Paolo è messo a disposizione gratuitamente.

GUARDA LA DEMO DI STAMPA

VAI ALLE RISORSE IN EXCEL

MICROCLIMA CALDO E RAMADAN

In alcuni lavori, il digiuno totale (solidi e liquidi) imposto dal Ramadan o da altre credenze religiose non è compatibile con l’attività lavorativa sicura.


Fra le condizioni che possono configurare questa incompatibilità:
• lavori all’aperto d’estate
• microclima caldo severo
• lavori fisicamente molto impegnativi


Possibili soluzioni organizzative:
• ferie del lavoratore
• tempo parziale e/od orario spostato al mattino anticipando l’inizio (esempio dalle 5 o alle 6)
• lavoro solo di notte (nel ciclo continuo)
• per alcuni filoni dell’Islam è possibile la posticipazione del digiuno (entro il Ramadan successivo) quan- do questo può provocare danni alla salute (ad es. gravidanza, viaggi, ecc.) (bibl. 5., 6. e 7)


FONTI BIBLIOGRAFICHE SIGNIFICATIVE
1. Indicazioni UOPSAL ai medici competenti (2015) https://www.apss.tn.it/documents/10180//269559//at-
ti+4%C2%B0+incontro+2015
2. Lavoro d’estate in condizioni di temperatura elevata - ASL 15, 16 e 17 della Regione Veneto
3. Ondate di calore ed attività lavorativa in esterno - Dipartimento Sanità Pubblica UOPSAL Forlì
4. ACGIH - TLVs and BEIs 2016
5. Corano (sura II, v.183): «Credenti! vi è stato prescritto il digiuno (...) e chi di voi sia malato, o sia in viaggio, lo faccia per un numero corrispondente di altri giorni e per coloro che potevano farlo c’è un riscatto: il nutrimento di un povero; e chi fa di sua scelta di meglio, ciò è meglio per lui: che digiuniate è meglio per voi se sapeste! E› il mese di Ramadan nel quale fu fatto scendere il Corano a guida per gli uomini e chiare evidenze della Guida e discriminante definitiva; chi di voi attesti direttamente il mese vi digiuni e per chi sia malato od in viaggio, vi sia un numero corri- spondente di altri giorni Iddio vuole per voi quel che vi è facile non vuole per voi quel che vi è duro, e ne completiate il numero e magnifichiate Iddio per avervi dato la Guida, e può darsi siate riconoscenti»”.
6. Mufti Naeem di Jamia Binori (Pakistan): “la gente non deve rischiare la vita per un dovere religioso” perché “la vita è più importante”
7. Corano IV. AnNisâ’, 29: La malattia che esige l’interruzione del digiuno è la malattia grave, che il digiuno potreb- be aggravare, o a causa del quale la guarigione potrebbe ritardare. In effetti, l’autore del libro “al-Mughnî” disse: E’ stato riportato da alcuni Ulama’ che la rottura del digiuno è autorizzata per qualsiasi malattia, anche il male al dito e il mal di denti, poiché il versetto ha una portata generale. Così come il malato, anche il viaggiatore è autorizzato ad interrompere il digiuno, anche se non ne sente la necessità. Questa è la dottrina di Bukhâri, ‘Atâ’ e degli Zahiriti. In effetti, l’uomo sano che tema di ammalarsi può rompere il digiuno, e così pure colui che sia troppo affaticato dalla fame e dalla sete, al punto tale che rischi di morire, e deve (in seguito) recuperare i giorni saltati. Allah dice: … e non uccidetevi da voi stessi. Allah è misericordioso verso di voi…(https://baytalislam.wordpress.com/2015/06/26/ categorie-di-chi-puo-interrompere-il-digiuno).

Aggiornate le Faq

Aggiornato al 2021 le faq

VAI ALLA SEZIONE AGGIORNATA

Maggiori Info

ReCaptcha

Questo servizio Google viene utilizzato per proteggere i moduli Web del nostro sito Web e richiesto se si desidera contattarci. Accettandolo, accetti l'informativa sulla privacy di Google: https://policies.google.com/privacy

Google Analytics

Google Analytics è un servizio utilizzato sul nostro sito Web che tiene traccia, segnala il traffico e misura il modo in cui gli utenti interagiscono con i contenuti del nostro sito Web per consentirci di migliorarlo e fornire servizi migliori.

YouTube

I video integrati forniti da YouTube sono utilizzati sul nostro sito Web. Accettando di guardarli accetti le norme sulla privacy di Google: https://policies.google.com/privacy

Google Ad

Il nostro sito Web utilizza Google Ads per visualizzare contenuti pubblicitari. Accettandolo, si accetta l'informativa sulla privacy di Google: https://policies.google.com/technologies/ads?hl=it