Tabella Additivi alimentari

Tabella Additivi alimentari in excel

Gli additivi aggiunti al prodotto si devono leggere in eti- chetta, e per ciascuno deve essere riportata la classe di appartenenza che indica la sua funzione (es.: colorante, emulsionante, antiossidante, ecc.) ed il nome o la sigla eu- ropea E (che significa Europa) seguita da un numero a 3 o 4 cifre.

Per esempio:
- eritrosina, deve essere indicato come: “colorante eritro- sina”, oppure “colorante E 127”
- potassio sorbato, deve essere indicato come: “conser- vante potassio sorbato”, oppure “conservante E 202”;
- lecitina, deve essere indicato come: “emulsionante leci- tina di soia”, oppure “emulsionate E 322”. Complessivamente le sigle di classificazione degli additivi vanno da E100 a E1505.

Gli additivi alimentari sono classificati, ai sensi del Regolamento (CE) n. 1333/2008 (testo consolidato al 2017) in base alla funzione tecnologica principale svolta nell’alimento nelle seguenti categorie funzionali:

1. Edulcoranti sono sostanze utilizzate per conferire un sapore dolce agli alimenti o come edulcoranti da tavola.
2. Coloranti sono sostanze che conferiscono un colore a un alimento o ne restituiscono la colorazione originaria, e includono componenti naturali degli alimenti e altri elementi di origine naturale, normalmente non consumati come alimento né usati come ingrediente tipico degli alimenti. Sono coloranti ai sensi del presente regolamento le preparazioni ottenute da alimenti e altri materiali commestibili di base di origine naturale ricavati mediante procedimento fisico e/o chimico che comporti l’estrazione selettiva dei pigmenti in relazione ai loro componenti nutritivi o aromatici.

3. Conservanti sono sostanze che prolungano la durata di conservazione degli alimenti proteggendoli dal deterioramento provocato da microorganismi e/o dalla proliferazione di microorganismi patogeni.

4. Antiossidanti sono sostanze che prolungano la durata di conservazione degli alimenti proteggendoli dal deterioramento provocato dall’ossidazione, come l’irrancidimento dei grassi e le variazioni di colore.



5. Supporti sono sostanze utilizzate per sciogliere, diluire, disperdere o modificare fisicamente un additivo alimentare, un aroma, un enzima alimentare, un nutriente e/o altre sostanze aggiunte agli alimenti, a scopo nutrizionale o fisiologico senza alterarne la funzione (e senza esercitare essi stessi alcun effetto tecnologico), allo scopo di facilitarne la manipolazione, l’applicazione o l’impiego.

6. Acidificanti sono sostanze che aumentano l’acidità di un prodotto alimentare e/o conferiscono ad esso un sapore aspro.

7. Regolatori dell’acidità sono sostanze che modificano o controllano l’acidità o l’alcalinità di un prodotto alimentare.

8. Antiagglomeranti sono sostanze che riducono la tendenza di particelle individuali di un prodotto alimentare ad aderire l’una all’altra.

9. Agenti antischiumogeni sono sostanze che impediscono o riducono la formazione di schiuma.



10. Agenti di carica sono sostanze che contribuiscono ad aumentare il volume di un prodotto alimentare, senza contribuire in modo significativo al suo valore energetico disponibile.

11. Emulsionanti sono sostanze che rendono possibile la formazione o il mantenimento di una miscela omogenea di due o più fasi immiscibili, come olio e acqua, in un prodotto alimentare.

12. Sali di fusione sono sostanze che disperdono le proteine contenute nel formaggio, realizzando in tal modo una distribuzione omogenea dei grassi e altri componenti.

13. Agenti di resistenza sono sostanze che rendono o mantengono saldi o croccanti i tessuti dei frutti o degli ortaggi, o che interagiscono con agenti gelificanti per produrre o consolidare un gel.

14. Esaltatori di sapidità sono sostanze che esaltano il sapore e/o la fragranza esistente di un prodotto alimentare.

15. Agenti schiumogeni sono sostanze che rendono possibile l’ottenimento di una dispersione omogenea di una fase gassosa in un prodotto alimentare liquido o solido.



16. Agenti gelificanti sono sostanze che danno consistenza ad un prodotto alimentare, tramite la formazione di un gel.

17. Agenti di rivestimento (inclusi gli agenti lubrificanti) sono sostanze che, quando vengono applicate alla superficie esterna di un prodotto alimentare, gli conferiscono un aspetto brillante o forniscono un rivestimento protettivo.

18. Agenti umidificanti sono sostanze che impediscono l’essiccazione degli alimenti contrastando l’effetto di una umidità atmosferica scarsa, o che promuovono la dissoluzione di una polvere in un ambiente acquoso.

19. Amidi modificati sono sostanze ottenute mediante uno o più trattamenti chimici di amidi alimentari, che possono aver subito un trattamento fisico o enzimatico e essere acidi o alcalini, diluiti o bianchiti.

20. Gas d’imballaggio sono gas differenti dall’aria introdotti in un contenitore prima, durante o dopo aver introdotto in tale contenitore un prodotto alimentare.

21. Propellenti sono gas differenti dall’aria che espellono un prodotto alimentare da un contenitore.

22. Agenti lievitanti sono sostanze, o combinazioni di sostanze, che liberano gas e in questo modo aumentano il volume di un impasto o di una pastella.

23. Agenti sequestranti sono sostanze che formano complessi chimici con ioni metallici.

24. Stabilizzanti sono sostanze che rendono possibile il mantenimento dello stato fisico-chimico di un prodotto alimentare; gli stabilizzanti comprendono le sostanze che rendono possibile il mantenimento di una dispersione omogenea di due o più sostanze immiscibili in un prodotto alimentare, le sostanze che stabilizzano, trattengono o intensificano la colorazione esistente di un prodotto alimentare e le sostanze che aumentano la capacità degli alimenti di formare legami, compresa la formazione di legami incrociati tra le proteine tale da consentire il legame delle particelle per la formazione dell’alimento ricostituito.

25. Addensanti sono sostanze che aumentano la viscosità di un prodotto alimentare.

26. Agenti di trattamento delle farine esclusi gli emulsionanti, sono sostanze che vengono aggiunte alla farina o ad un impasto per migliorarne le qualità di cottura.

27. Intensificatori del contrasto sono sostanze che, se applicate sulla superficie esterna degli ortofrutticoli in seguito alla depigmentazione di parti predefinite (per esempio mediante trattamento laser), aiutano a distinguere tali parti dal resto della superficie conferendo una colorazione in seguito all’interazione con alcune componenti dell’epidermide.


Si definisce additivo alimentare “qualsiasi sostanza normalmente non consumata come alimento, in quanto tale, e non utilizzata come ingrediente tipico degli alimenti, indipendentemente dal fatto di avere un valore nutritivo, che aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico ….(omissis) si possa ragionevolmente presumere diventi, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti, direttamente o indirettamente”.
In base a tale decreto gli additivi non sono da confondere con i coadiuvanti tecnologici (che possono restare fuori dal- l’obbligo d’indicazione in etichetta), i fitofarmaci, gli aromi e le sostanze aromatizzanti, o con altre sostanze nutritive aggiunte agli alimenti quali i minerali, gli oligoelementi e le vitamine.
La normativa vigente per gli additivi quindi non viene applicata agli aromi, i quali, in base all’art. 5 del decreto legislativo n. 106/1992, possono essere distinti in:
– aromi naturali, solo per sostanze aromatizzanti esclusivamente naturali;
– aromi, per tutti gli altri tipi di aromatizzanti.
Importante è per tutti gli additivi la conoscenza della DGA ovvero della Dose Giornaliera Ammissibile che indica la quantità massima di additivo che può essere ingerito per in lungo periodo di tempo senza comportare rischi per la salute. Esempio di DGA: affermare che un additivo ha una DGA di 5 mg/kg, significa per un uomo di 70 Kg che egli potrà ingerire al massimo 5x70 = 350 mg di additivo al giorno. Da considerare che più è basso il valore della DGA, più è alto il rischio tossicologico della sostanza in questione.

Disclaimer:Tabella puramente indicativa. Fare sempre riferimento alla normativa Europea e Nazionale Vigente.

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La tabella riporta per ciascun additivo la sigla in codice “E” (seguita da un numero a tre o quattro cifre) con la denominazione corrispon- dente e la funzione (o più funzioni) che svolge nell’alimento. Particolarmente interessante è il discorso relativo alla nocività che va col- legata ad alcuni disturbi per tipologie particolari di persone (soprattutto bambini) ed alla DGA (dose giornaliera ammissibile) desunta dagli studi tuttora in corso.
La soglia massima di consumo di un additivo alimentare senza che questo generi alcun effetto tossico dimostrabile è stata definita a partire dall’osservazione dei risultati degli studi sperimentali effettuati in laboratorio su più generazioni di cavie. Questa soglia massima è stata definita “livello effetto zero” (in inglese NOAEL “no-observed-adverse-effect level”). Come ulteriore precauzione, la soglia del “livello effetto zero” viene divisa per 100 per tenere in considerazione le possibili differenze tra i dati estrapolati dall’osservazione degli animali rispetto ai valori ritenuti adeguati per gli umani e le eventuali variazioni tra diversi individui.
Questo calcolo fissa un valore chiamato DGA, “dose giornaliera ammissibile”, che risulta quindi essere un buon margine di sicurezza. La DGA è la quantità di un additivo alimentare che può essere assunta giornalmente nella dieta quotidiana senza rischi, anche per tutto l’arco della vita. Le DGA riportate nella tabella sono desunte soprattutto dal libro di G. Cerutti (1993), qualora tale valore non risulti conosciuto od è in corso di studio vengono indicate come “non definite”.
Il Comitato Scientifico dell’Alimentazione Umana incoraggia l’utilizzo del livello minimo di additivi negli alimenti coerentemente con gli effetti tecnologici che si vogliono ottenere e tenendo in considerazione il beneficio per il consumatore.
Per assicurarsi che le persone non oltrepassino la DGA consumando in misura eccessiva un prodotto o troppi prodotti contenenti un particolare additivo, la regolamentazione europea esige che vengano condotte ricerche adeguate al fine di valutare tutte le variazioni nelle modalità di consumo.
La Commissione Europea ha inoltre stabilito specifiche norme di purezza degli additivi, le categorie alimentari generali o specifiche in cui ciascun additivo è permesso e, quando necessario, ha anche stabilito i livelli massimi di utilizzo.



A livello internazionale il “Codex Alimentarius”, un’organizzazione nata dalla cooperazione tra l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e la FAO (Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite) sta elaborando una “Normativa Generale per Additivi Alimentari” (GSFA - “General Standards for Food Additives”) con l’obiettivo di sviluppare uno standard armonico, pratico ed in- eccepibile per il commercio internazionale.
A questi si aggiungono solo gli additivi valutati dal JECFA (“Joint FAO/WHO Expert Committee on Food Additives”).
Questa nuova normativa ha classificato gli additivi alimentari del GSFA in 23 principali classi funzionali con un nuovo sistema di numer- azione internazionale (INS - International Numbering System), simile alla codificazione introdotta nell’Unione Europea che prevede l’ap- posizione della lettera “E” prima dei numeri corrispondenti all’additivo.

Disclaimer:Tabella puramente indicativa. Fare sempre riferimento alla normativa Europea e Nazionale Vigente.

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Modello Excel di assunzione di additivi alimentari” (FAIM) dell'EFSA

“Modello di assunzione di additivi alimentari” (FAIM) dell'EFSA, uno strumento di valutazione dell'esposizione appositamente sviluppato dall'EFSA per agevolare il calcolo, da parte dei richiedenti, delle stime di esposizione all’additivo alimentare e ai suoi sottoprodotti. L'utilizzo dello strumento ha anche lo scopo di armonizzare la presentazione dei relativi dati.

Food additives intake model (FAIM) template – Version 2.0 (aggiornato il: 4 dicembre 2017)


Codex Alimentarius

Il Codex Alimentarius è un insieme di linee guida e codici di buone pratiche, standardizzate a livello internazionale, che contribuisce al miglioramento della sicurezza, qualità e correttezza del commercio mondiale di alimenti. I consumatori sono tutelati sempre meglio rispetto alla sicurezza e qualità dei prodotti alimentari che acquistano e gli importatori hanno sempre più garanzie nei loro scambi sul fatto che il cibo che hanno ordinato sarà conforme alle loro specifiche richieste.

Adottato nel 1969. Modificato nel 1999. Revisionato nel 1997, 2003, 2020. Correzioni editoriali nel 2011.

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