Virus H5N8  H10N3 INFLUENZA AVIARIA 2021

Focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) sono stati isolati anche in Italia.

Non c'e' solo il Covid-19 ad insidiarci...

Che cos’è
Malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI). La malattia è soggetta ad obbligo di denuncia.

I virus influenzali A sono suddivisi in due gruppi, a seconda della loro capacità di provocare la malattie nel pollame suscettibile all'infezione:

virus dell'influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI), che causano una malattia estremamente grave, caratterizzata da un'infezione generalizzata del pollame colpito, nel quale possono indurre una mortalità in allevamento molto elevata (fino al 100 %)
virus dell'influenza aviaria a bassa patogenicità (LPAI), che causano nel pollame un'affezione leggera, prevalentemente respiratoria, salvo aggravamento dovuto ad altre coinfezioni o ad altri fattori.
La più grande varietà di virus dell’influenza aviaria è stata isolata dagli uccelli selvatici e in particolare da volatili acquatici appartenenti agli ordini Anseriformi e Charadriformi. Questi animali vivono in gruppi numerosi, compiono lunghe migrazioni e prediligono gli ambienti acquatici (via di diffusione del virus): queste caratteristiche li rendono degli ospiti ideali. Infatti le specie che fungono da serbatoio, venendo a contatto con diversi sottotipi, assicurano le condizioni necessarie per il riassortimento genetico e consentono quindi la persistenza dei virus dell’influenza aviaria in natura e la comparsa di nuove varianti. I virus influenzali si sono nel tempo adattati alle specie serbatoio attenuando la loro patogenicità nell’ospite anseriforme. Questi uccelli consentono quindi la permanenza in natura dei soli virus a bassa patogenicità. I focolai sostenuti da virus ad alta patogenicità negli uccelli selvatici sono molto rari in natura.

Diagnosi
L'Influenza aviaria è un'infezione virale causata dai virus della famiglia Orthomyxoviridae, genere Influenza-virus A. I virus dell'influenza A sono gli unici orthomixovirus di cui sia accertata la capacità di infettare i volatili.; i volatili acquatici costituiscono un importante serbatoio di questi virus.

Diagnosi clinica:

febbre
depressione
inappetenza
piume arruffate
riduzione dell’assunzione dell’acqua
Nelle galline ovaiole si può riscontrare posizione accovacciata o eretta in stato semi-comatoso, cianosi ed edema di cresta e bargigli con possibile presenza di petecchie ed ecchimosi emorragiche. Respirazione difficoltosa e lacrimazione abnorme. Diarrea acquosa profusa e sete eccessiva dei malati. Deposizione di uova dal guscio morbido inizialmente per poi interromperla. Mortalità dal 50 al 100%. Nei polli da carne depressione grave e alta mortalità. Edema facciale, al collo e segni neurologici come torcicollo e atassia. Nei tacchini simile a quella osservata nei polli.

Diagnosi differenziale

Nella diagnosi differenziale dell'HPAI si devono considerare le seguenti malattie:

malattia di Newcastle
laringotracheite infettiva
peste delle anatre
avvelenamenti acuti
colera aviario acuto e altre malattie setticemiche
cellulite batterica di cresta e bargiglio

MISURE DI BIOSICUREZZA
Le misure di biosicurezza da adottare in azienda per il controllo della diffusione delle patologie con particolare riferimento ai virus HPAI si attuano attraverso tre steps.

SEGREGAZIONE

Essenzialmente, se il virus non entra in un’azienda avicola, non può verificarsi alcuna infezione.
Nessun animale, materiale o mezzo collegato all’attività di allevamento deve entrare o uscire da un’azienda avicola a meno che non sia necessario.
La segregazione implica la creazione di barriere fisiche ed il loro controllo.
Semplici misure come imporre il cambio di calzature per tutte le persone che attraversano la barriera all’ingresso dell’allevamento e limitare l’ingresso dei veicoli hanno permesso di limitare enormemente la diffusione non solo del virus dell’influenza ma anche di molte altre patologie.
Dal cancello dell’azienda agricola all’ ingresso del singolo ricovero per gli animali questa è la prima linea di difesa.

PULIZIA

Il secondo step ed il più efficace per la biosicurezza è la pulizia.
La maggior parte delle contaminazioni virali su oggetti fisici è contenuta nel materiale fecale o nelle secrezioni respiratorie che aderiscono alle superfici.
Tutti i materiali che passano attraverso le barriere di segregazione sopra riportate devono essere accuratamente puliti, sia che essi passino in entrata o in uscita.

DISINFEZIONE
Reputato da molti come lo step più importante, in realtà la disinfezione da sola non è pienamente efficace e non può prescindere dagli steps precedenti.
È risaputo infatti come residui di sostanza organica riducano l’effetto del disinfettante che non riesce a penetrarvi completamente quindi una disinfezione in mancanza di pulizia risulta meno efficace.
Non a caso la FAO definisce la disinfezione come la fase di “lucidatura” delle procedure di biosicurezza.

Dato che, come ci ha insegnato la pandemia in corso, il contenimento della diffusione di un virus è difficile, la prevenzione è la forma di controllo più efficiente.

Criteri e fattori di rischio per la sorveglianza basata sul rischio

Il piano di sorveglianza da attuare nel 2021 in Italia è stato definito tenendo in considerazione i seguenti fattori di rischio:
- ubicazione delle aziende avicole in zone ad alta densità di volatili selvatici migratori  in particolare di quelli appartenenti alle “specie bersaglio” 
- ubicazione in aree ad alta densità di aziende avicole (DPPA) 
- caratteristiche strutturali e gestionali del sistema produttivo avicolo;
- situazione epidemiologica presente e pregressa (fattori di rischio di introduzione e diffusione rilevati nel corso delle precedenti epidemie) 
- flusso e tipologia di scambi commerciali;
- tipologia produttiva e misure di biosicurezza degli allevamenti commerciali di specie a rischio (presenza nell’azienda di categorie di pollame a lunga vita produttiva, multi-età e multi specie);
- presenza di aziende avicole free-range e/o aziende in cui il pollame può entrare in contatto con i volatili selvatici (assenza di barriere o barriere non funzionali).
In base al rischio di introduzione e/o di diffusione dei virus influenzali, verranno inclusi nel piano di sorveglianza sia allevamenti del settore industriale sia del settore rurale (svezzatori, commercianti e rurali)

FONTI:
FAO – “BIOSECURITY FOR HIGHLY PATHOGENIC AVIAN INFLUENZA – Issues and options”
CDC – HPAI A H5 Virus Background and Clinical Illness

TECNOZONO

MINISTERO DELLA SALUTE

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