Rischio Zecche nei Lavori all’aperto
Strategie di prevenzione, protocolli e controlli per evitare malattie trasmesse da zecca nei lavori all'aperto

In ambito lavorativo, specialmente per chi opera in ambienti naturali o rurali, il rischio di punture di zecca è significativo. Questo articolo fornisce informazioni sulle zecche, le malattie che possono trasmettere, e le strategie di prevenzione e gestione rivolte a datori di lavoro, medici competenti e lavoratori.
Negli ultimi anni, l’attenzione verso la sicurezza nei luoghi di lavoro ha ampliato il proprio orizzonte includendo rischi emergenti legati agli agenti biologici presenti nell’ambiente esterno. Tra questi, le punture di zecca rappresentano una minaccia concreta per chi opera all’aperto: non solo addetti forestali o agricoltori, ma anche tecnici, guide naturalistiche e chiunque trascorra molte ore in aree boschive o rurali. Pur essendo spesso percepito come un pericolo marginale, il morso di una zecca può avere ripercussioni gravi sulla salute, trasmettendo malattie come la meningoencefalite da zecca o la borreliosi di Lyme.
In un contesto lavorativo, dove la produttività e il benessere del personale sono obiettivi primari, è fondamentale riconoscere che la prevenzione dei rischi biologici non si limita alle attività svolte all’interno delle strutture, ma si estende anche alle condizioni ambientali esterne. Questa prefazione si propone di preparare il lettore, sia esso datore di lavoro, responsabile della sicurezza, medico competente o lavoratore, a cogliere l’importanza di un approccio integrato: non si tratta soltanto di dotarsi di adeguati dispositivi di protezione o protocolli di rimozione, ma di adottare una cultura della prevenzione che includa valutazione del rischio, formazione mirata, procedure operative e monitoraggio continuo.
L’obiettivo principale dell’articolo è fornire strumenti pratici e orientamenti concreti per identificare i fattori di rischio, definire strategie di protezione individuale e collettiva, e instaurare procedure chiare per la gestione di eventuali punture. Verranno esaminati il ciclo biologico della zecca, le malattie trasmesse e le loro implicazioni cliniche, nonché le modalità di organizzazione del lavoro che riducano l’esposizione. L’approccio è multidisciplinare: integra aspetti sanitari, normativi e operativi, con l’intento di creare un modello applicabile a realtà diverse, dalla piccola impresa agricola alla grande organizzazione che opera in territorio boschivo.
Chi legge troverà innanzitutto un quadro chiaro dei pericoli, comprensibile anche senza particolare background medico, quindi indicazioni dettagliate su come calcolare e gestire il rischio nell’ambito della valutazione aziendale. Verranno delineate misure di protezione individuale—abbigliamento, repellenti, controlli post-attività—e misure organizzative, come la pianificazione dei percorsi e la gestione della vegetazione. Particolare rilievo sarà dato alle procedure di rimozione della zecca e al monitoraggio post-morso, perché riconoscere tempestivamente segni di malattia è cruciale per la salute del lavoratore. Infine, si affronterà il ruolo del medico competente e del datore di lavoro nel garantire un sistema integrato di sorveglianza, vaccinazione e formazione continua.
Questa prefazione invita il lettore ad approcciare il tema con consapevolezza: la sicurezza sul lavoro non è mai un aspetto isolato, ma il risultato di un processo collettivo in cui ogni attore—dai vertici aziendali ai singoli operatori sul campo—ha una responsabilità. Solo attraverso un impegno condiviso e costante si può trasformare una minaccia potenzialmente sottovalutata in un rischio gestito in modo efficace, preservando la salute dei lavoratori e la continuità operativa delle attività che dipendono dall’ambiente esterno. Con questa visione, l’articolo si propone di essere non un insieme di raccomandazioni astratte, ma una guida operativa da adattare e aggiornare nel tempo, in risposta ai cambiamenti climatici, alle variazioni ecologiche e alle nuove evidenze scientifiche sul comportamento delle zecche e sulle patologie che veicolano.
Invitiamo quindi il lettore a proseguire nella lettura con spirito critico e pragmatismo, pronto a valutare la propria realtà lavorativa e a implementare, passo dopo passo, le indicazioni qui presentate, per costruire un ambiente di lavoro più sicuro e informato.
Zecche: informazioni generali e habitat
Le zecche sono parassiti ematofagi diffuse in molte aree temperate. Tendono a trovarsi lungo i margini dei sentieri, nei sottoboschi, tra l’erba alta e sui cespugli. L’Ixodes ricinus, nota anche come “zecca del bosco” o “zecca del cane”, è il vettore principale in Europa di malattie come la malattia di Lyme e la meningoencefalite da zecca (TBE). Durante il loro ciclo vitale (larva, ninfa, adulto), devono nutrirsi di sangue a ogni stadio, stazionando sulla vegetazione e in attesa che un ospite passi nelle vicinanze.
Ciclo vitale e periodi di attività
Larva: emerge dalle uova e, non riconoscibile facilmente a occhio nudo, cerca un primo pasto di sangue.
Ninfa: dopo essersi nutrita, si trasforma in ninfa, più facilmente identificabile ma ancora di dimensioni ridotte.
Adulto: dopo un secondo pasto, raggiunge la fase adulta. Le femmine adulte si nutrono nuovamente per deporre uova.
Durata del ciclo: complessivamente può richiedere 2–4 anni, a seconda della disponibilità di ospiti e delle condizioni ambientali.
Attività stagionale: principalmente in primavera ed estate, con picco quando le temperature e l’umidità favoriscono la loro sopravvivenza; in climi miti l’attività può estendersi in autunno e occasionalmente in inverno.
Rischio occupazionale
Le professioni con maggiore esposizione includono:
Addetti forestali, guardiacaccia, cantonieri e operai boschivi.
Tecnici che operano lungo linee elettriche e telefoniche in ambienti naturali.
Agricoltori, viticoltori e operatori di aree rurali.
Guide naturalistiche, formatori o istruttori di attività sportive all’aperto.
L’esposizione prolungata o frequente in aree boschive e zone erbose aumenta la probabilità di puntura di zecca, rendendo necessaria una valutazione specifica del rischio nelle procedure di sicurezza aziendale.
Malattie trasmesse dalle zecche
Meningoencefalite da zecca (TBE)
Agente causale: virus trasmesso principalmente tramite puntura di zecca e, in casi rari, tramite consumo di latte crudo da animali infetti.
Corso clinico: spesso bifasico. La prima fase (7–14 giorni dopo la puntura) presenta sintomi aspecifici simili a un’influenza estiva (febbre, mal di testa, dolori articolari), seguita in circa un terzo dei casi da una seconda fase con meningite o encefalite (febbre alta, rigidità nucale, sintomi neurologici).
Gravità: più severa con l’avanzare dell’età; nei bambini tende a manifestarsi più lievemente.
Trattamento: non esistono terapie antivirali specifiche; la gestione è di supporto.
Prevenzione: vaccinazione attiva con ciclo di base di tre dosi (prima dose, seconda dopo 1–3 mesi, terza dopo 6–12 mesi) e richiami periodici (ogni 3–5 anni in soggetti anziani o a rischio). È consigliabile iniziare la vaccinazione in autunno per assicurare protezione nella stagione di maggiore attività delle zecche.
Malattia di Lyme (borreliosi)
Agente causale: batterio del genere Borrelia, trasmesso tramite la puntura di zecca.
Corso clinico: tipicamente si manifesta dopo 2–4 settimane con un’eruzione cutanea circolare (eritema migrante) che si espande attorno al punto di inoculazione. Se diagnosticata e trattata tempestivamente con antibiotici, guarisce in circa un mese. In assenza di trattamento, può causare manifestazioni articolari (artriti), neurologiche (neuropatie, meningiti) e cardiache, nonché possibili sequele croniche (artrite cronica, disturbi neurologici o cutanei di lungo periodo).
Prevenzione: non esiste vaccino disponibile; l’attenzione è rivolta alla diagnosi precoce e al trattamento tempestivo.
Misure di prevenzione in ambito lavorativo
Valutazione del rischio
Includere specificamente il rischio punture di zecca nelle procedure di valutazione dei rischi per attività svolte all’aperto.
Identificare le aree e i periodi di maggiore esposizione, definendo misure di mitigazione.
Formazione e informazione
Sensibilizzare i lavoratori su come riconoscere le zecche e i segni di puntura.
Informare sui sintomi iniziali delle malattie trasmesse e sulle azioni da intraprendere in caso di puntura.
Fornire istruzioni chiare sulla corretta rimozione della zecca e sul monitoraggio post-morso.
Protezione individuale
Indossare indumenti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, infilando i pantaloni nelle calze o negli stivali.
Preferire colori chiari per facilitare l’individuazione delle zecche sugli indumenti.
Usare scarpe chiuse o stivali impermeabili.
Applicare repellenti idonei su pelle esposta e abbigliamento, pur riconoscendo che l’efficacia contro le zecche è limitata.
Procedure di lavoro e comportamenti sul campo
Evitare di uscire dai sentieri marcati o di attraversare erba alta e cespugli quando possibile.
Pianificare percorsi che riducano il tempo trascorso in zone a rischio.
Stabilire pause in aree meno infestate per controlli regolari.
Fornire strumenti adeguati per la rimozione delle zecche (pinzette o dispositivi specifici) e soluzioni disinfettanti in loco o in kit di pronto soccorso portatile.
Controlli post-attività
Al termine del turno o della giornata in ambiente boschivo, effettuare ispezioni complete del corpo (cuoio capelluto, ascelle, inguine, collo, aree dietro le orecchie).
Controllare anche eventuali animali da lavoro o domestici che hanno accompagnato il personale.
Rimuovere e scuotere i vestiti all’aperto; lavare in lavatrice a temperature di almeno 60 °C e asciugare in asciugatrice, per eliminare eventuali zecche residue.
Vaccinazione TBE
Per i lavoratori esposti professionalmente in aree endemiche, raccomandare il ciclo vaccinale contro la meningoencefalite da zecca.
Avviare la vaccinazione in autunno per garantire protezione in primavera-estate.
Programmare i richiami secondo le indicazioni per mantenere l’immunità.
Procedura di rimozione della zecca
Tempestività: rimuovere la zecca il prima possibile, poiché il rischio di trasmissione di patogeni cresce con la durata dell’attacco.
Tecnica corretta: utilizzare pinzetta a punta fine o strumento specifico, afferrando la zecca il più vicino possibile alla pelle senza schiacciarne il corpo, e tirare con movimento lento e costante, senza torcere né schiacciare.
Cosa evitare: non applicare oli, alcool, calore o altri rimedi che inducano la zecca a rigurgitare, per non favorire la trasmissione di eventuali agenti patogeni.
Gestione dei residui: se parte dell’apparato boccale rimane nella cute, in genere non è pericoloso: verrà espulso naturalmente. Se non scompare spontaneamente o causa problemi, rivolgersi a un medico.
Disinfezione e monitoraggio: disinfettare la zona di puntura, annotare la data e controllare l’area nei giorni successivi. Verificare lo stato della vaccinazione antitetanica.
Monitoraggio post-morso e segni di allarme
Eritema migrante: se compare un’eruzione circolare che si espande attorno al punto di puntura entro 2–4 settimane, consultare un medico per valutare terapia antibiotica.
Sintomi generali: febbre, mal di testa, dolori articolari o muscolari entro 14 giorni dal morso richiedono una visita medica per escludere patologie come TBE o altre infezioni.
Segni neurologici o gravi: cefalea intensa, rigidità nucale, paralisi, disturbi psichici o altri sintomi neurologici devono essere valutati immediatamente in ambiente specialistico.
Infezione locale: arrossamento, gonfiore, calore o dolore persistenti nella sede di puntura richiedono attenzione medica.
Residui nella cute: se l’apparato di suzione rimane incluso e non si riassorbe, o se la ferita si infetta, è consigliabile rivolgersi al medico.
Ruolo del datore di lavoro e del medico competente
Medico competente: includere nei protocolli di sorveglianza sanitaria l’informazione riguardo ai rischi da zecche; valutare l’idoneità alla vaccinazione TBE per lavoratori esposti; fornire indicazioni per monitoraggio e interventi in caso di puntura.
Datore di lavoro: integrare la prevenzione nelle procedure di sicurezza, fornire DPI adeguati (abbigliamento protettivo, strumenti di rimozione, disinfettanti), organizzare sessioni formative sul riconoscimento delle zecche e sulle corrette pratiche di lavoro sul campo, predisporre kit di pronto intervento per la rimozione e la disinfezione, e favorire pause per controlli regolari durante le attività all’aperto.
Interventi forestali (taglio alberi, manutenzione bosco)
Pericolo: puntura di zecca
Probabilità: Alta
Gravità: Alta
Livello di rischio iniziale: Alto
Misure di controllo:
Formazione specifica sui rischi da zecche
DPI: abbigliamento protettivo (maniche lunghe, pantaloni infilati nelle calze, scarpe chiuse), repellenti dove indicati
Vaccinazione TBE per lavoratori esposti in area endemica
Procedure chiare per la rimozione rapida della zecca e disinfezione
Controlli periodici durante e dopo l’attività
Kit di emergenza con pinzette specifiche e disinfettanti
Livello di rischio residuo: Medio
Ispezione reti elettriche/telefoniche in aree boschive
Pericolo: puntura di zecca
Probabilità: Media-Alta
Gravità: Alta
Livello di rischio iniziale: Alto
Misure di controllo:
Formazione sui rischi e riconoscimento delle zecche
Indumenti protettivi adeguati (colori chiari, pantaloni infilati, calzature protettive)
Pianificazione dei percorsi per ridurre il tempo passato in vegetazione densa
Controlli post-attività sul corpo e sugli abiti
Disponibilità di pinzette/strumenti per rimozione e di disinfettanti nel kit di lavoro
Livello di rischio residuo: Medio
Agricoltura e viticoltura in zone rurali
Pericolo: puntura di zecca
Probabilità: Media
Gravità: Alta
Livello di rischio iniziale: Medio-Alto
Misure di controllo:
Formazione su presenza delle zecche in aree coltivate vicine a boschi o erba alta
Abbigliamento protettivo (maniche lunghe, pantaloni infilati nelle calze, stivali)
Ispezioni regolari del corpo durante le pause
Gestione della vegetazione ai bordi dei campi per ridurre habitat favorevole alle zecche
Monitoraggio post-attività e controllo su eventuali animali da lavoro
Livello di rischio residuo: Basso-Medio
Guide/escursioni naturalistiche in bosco
Pericolo: puntura di zecca
Probabilità: Media
Gravità: Media
Livello di rischio iniziale: Medio
Misure di controllo:
Formazione delle guide e briefing ai partecipanti su vestizione e comportamenti
Consiglio di indossare abiti protettivi e colori chiari
Avvisi preventivi sulle zone a rischio e sui controlli da fare durante e dopo l’escursione
Controllo partecipanti al termine dell’attività
Kit di rimozione e disinfettanti a disposizione durante l’escursione
Livello di rischio residuo: Basso-Medio
Monitoraggio fauna selvatica o attività di ricerca sul campo
Pericolo: puntura di zecca
Probabilità: Media-Alta
Gravità: Alta
Livello di rischio iniziale: Alto
Misure di controllo:
Formazione specifica per ricercatori/operatori sul riconoscimento delle zecche e procedure di rimozione
DPI appropriati (abbigliamento protettivo, repellenti se raccomandati)
Programmazione dell’attività in periodi di minore attività delle zecche, dove possibile
Controlli regolari durante l’attività e post-attività sul corpo e sugli animali da campionamento
Protocolli di segnalazione di eventuali punture e monitoraggio sanitario
Livello di rischio residuo: Medio
1. Protezione individuale con abbigliamento adeguato e uso consapevole di repellenti
Abbigliamento protettivo
Indossare camicie a maniche lunghe e pantaloni lunghi. Inserire il fondo dei pantaloni nelle calze o negli stivali per ridurre spazi di accesso.
Scegliere tessuti resistenti ma traspiranti; colori chiari aiutano a individuare rapidamente eventuali zecche.
Usare calzature chiuse (stivali o scarpe robuste) piuttosto che sandali o scarpe aperte.
Se possibile, optare per capi con cuciture piatte e senza tasche esterne dove le zecche potrebbero annidarsi.
Considerare l’uso di gambali o copripantaloni impregnati con permetrina (ove consentito e sicuro), seguendo le indicazioni del produttore e le normative aziendali.
Repellenti
Scegliere repellenti indicati anche per zecche, contenenti principi attivi raccomandati (es. DEET o altri specifici a norma CE), verificando la concentrazione e la durata di efficacia.
Applicare il repellenti sulla pelle esposta e/o sugli indumenti, rispettando le istruzioni: non eccedere nelle dosi, evitare contatto con occhi, bocca e ferite aperte.
Ripetere l’applicazione se l’esposizione è prolungata o in caso di sudorazione intensa o pioggia, secondo le indicazioni del prodotto.
Tenere a disposizione piccole confezioni di repellenti nei kit personali di pronto intervento.
Accessori aggiuntivi
Cappellino a tesa larga o cappuccio per ridurre la probabilità che le zecche raggiungano il cuoio capelluto.
Guanti leggeri, se compatibili con l’attività, per proteggere mani e polsi.
Zaino o borsa portatile: evitare di appoggiarli direttamente su erba o cespugli; usare aree pulite per appoggiare materiali.
2. Procedure di lavoro che minimizzino il contatto con aree infestate
Pianificazione e organizzazione
Mappare preventivamente le zone di lavoro, identificando le aree con vegetazione fitta o erba alta e preferendo dove possibile percorsi e postazioni in spazi più aperti o strade/carreggiate.
Programmare le attività in periodi della giornata in cui l’umidità e la temperatura riducono l’attività delle zecche (evitare le ore più umide, ad esempio al mattino presto o dopo piogge persistenti).
Se il lavoro richiede spostamenti ripetuti, definire tappe di controllo regolari: brevi pause dedicate all’ispezione rapida del corpo e degli abiti.
Tecniche operative
Evitare di strisciare o inginocchiarsi direttamente su erba alta o cespugli: usare pedane portatili o tappetini quando è necessario lavorare in prossimità del suolo.
Utilizzare strumenti con manico lungo (rami, bastoni) per spostare rami o erba, riducendo il contatto diretto.
Quando si attraversano zone boschive, camminare preferibilmente sui sentieri centrali, evitando i margini dove le zecche attendono ospiti.
Se è indispensabile sostare in aree non pulite, scegliere spazi dove sia possibile appoggiare attrezzature su superfici pulite (ad es. lastre, tavole pulite).
Gestione della vegetazione
Collaborare con il team di manutenzione per mantenere bordi di sentieri e aree di lavoro liberi da erba alta e cespugli troppo fitti, se compatibile con l’attività e con le norme ambientali.
In agricoltura, monitorare e tenere puliti i bordi dei campi, creando fasce tampone fra coltivazioni e bosco.
Procedure di emergenza e comunicazione
Definire un protocollo chiaro per segnalare immediatamente eventuali punture di zecca: a chi rivolgersi, quali passi seguire (rimozione, disinfezione, annotazione data, monitoraggio sintomi).
Fornire kit di rimozione (pinzette o dispositivi dedicati) e disinfettanti in punti accessibili sul percorso di lavoro o nel veicolo aziendale.
Stabilire responsabilità e modalità di trasmissione di informazione al medico competente in caso di puntura e di possibili sintomi successivi.
Formazione continua
Addestrare i lavoratori sulle procedure di vestizione, applicazione dei repellenti e tecniche operative sicure.
Eseguire simulazioni pratiche di ispezione corporea e rimozione corretta della zecca.
Aggiornare periodicamente il protocollo in base a feedback dal campo e mutamenti ambientali (stagioni, nuovi focolai).

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