PIANO DI EMERGENZA/MISURE DI SALVATAGGIO LAVORI IN QUOTA

Per ogni intervento su una copertura che ricade nel campo di applicazione del DPGR 75/13, devono essere individuate le soluzioni tecniche in grado di ridurre il rischio di caduta nelle future manutenzioni.
Qualora sia adottato un sistema anticaduta che preveda “l’arresto caduta”, è indispensabile valutare anche quali siano le condizioni che consentano di prestare soccorso a chi, per effetto di una caduta, rimane in sospensione sulla corda.
In questo caso non devono essere sottovalutate le conseguenze dovute ad una sospensione inerte (in condizioni di presumibile incoscienza), in quanto possibile causa di complicazioni che possono compromettere le funzioni vitali.
Quando un corpo rimane appeso senza movimento per un certo periodo di tempo si può infatti verificare la cosiddetta "sindrome da sospensione inerte".
In condizioni sperimentali i soggetti tendono a collassare dopo 15-30 minuti di sospensione passiva ad una corda.
La causa più probabile del collasso è l’accumulo di sangue nelle vene degli arti inferiori, ciò che accade quando i muscoli delle gambe non si contraggono e non sono in grado di fare arrivare il sangue al cuore.
Un periodo lungo di sospensione può determinare un accumulo di tossine nel sangue che si trova nelle gambe. Una improvvisa liberazione della vittima dalla posizione di sospensione o un cambio di postura possono provocare l’afflusso del sangue, senza alcun controllo, agli organi interni; l’effetto è simile a quello provocato da una “sindrome da schiacciamento”, con alterazioni del ritmo cardiaco fino all'arresto cardiaco e grave danno renale.

Nella sindrome da sospensione sopraggiungono in fretta la perdita di conoscenza e l’arresto respiratorio. Possono precedere la fase di collasso un periodo di debolezza e di nausea, con una sensazione di malattia imminente. La ridotta perfusione sanguigna a livello degli arti determina un incremento di tossine prodotte dai tessuti ed anche un danno muscolare con rilascio di proteine che vanno a danneggiare in modo grave i reni.

Tempi di sospensione inerte oltre 30 minuti sono pertanto inaccettabili.
Al "progettista” è richiesto di valutare se le condizioni del contesto permettano un rapido intervento dei mezzi di soccorso pubblici (VVF) , tale da consentire il soccorso ed il recupero della persona sospesa entro 30 minuti e di indicarlo nell’ETC.
Laddove non sia attuabile l’intervento dei mezzi di soccorso pubblici , deve essere redatto un Piano di Emergenza che individui i soggetti incaricati del soccorso, le procedure da attuare, le attrezzature necessarie , i punti di ancoraggio da utilizzate e quant’altro necessario per garantire adeguati soccorsi, tenuto conto dello specifico stato dei luoghi.
Quindi, nel caso in cui nei lavori in quota si renda necessario l’uso di un sistema che prevede “l’arresto caduta” (che esponga il lavoratore al rischio di sospensione), all’interno dell’unità di lavoro deve essere prevista la presenza dei dispositivi di soccorso e di lavoratori che posseggano una capacità operativa in grado di garantire autonomamente l’intervento di emergenza di soccorso all’utilizzatore sospeso al sistema di arresto caduta.

L’attuazione delle misure di salvataggio richiede la presenza di almeno due operatori con adeguate competenze tecniche,formati ed addestrati , pronti ad intervenire in caso di necessità.
Non è molto semplice garantire, sui luoghi di lavoro di cui trattasi, personale con tali requisiti, pertanto sarà sempre necessario (nei casi in cui la progettazione del sistema anticaduta preveda l’arresto caduta), accertarsi che un CORRETTO SOCCORSO possa EFFETTIVAMENTE essere prestato, sia da parte dei mezzi di soccorso pubblici (VVF – 118 - etc) sia da parte di squadre di soccorso aziendali.

Gestione dell’emergenza:

Deve essere predisposta, nell'ambito della valutazione dei rischi, una apposita procedura che preveda l’intervento di emergenza in aiuto dell’operatore che necessiti di soccorso perché sospeso sulle funi.


La squadra di emergenza deve essere in grado di mettere in atto tecniche di soccorso su fune che consentono, mediante l’uso di appositi Dispositivi di recuperare, in condizioni di sicurezza, l’operatore caduto.


A tale scopo dovranno essere individuati preventivamente, tra l’altro, gli elementi strutturali in grado di consentire l’installazione di sistemi di ancoraggio per le funi di sicurezza e di emergenza.


Le principali manovre di emergenza che possono essere attuate sono:

1. ACCESSO DALL'ALTO CON USCITA VERSO IL BASSO:

a. CON FUNE DI LAVORO FISSA E FUNE DI SICUREZZA FISSA
b. CON FUNE DI LAVORO E FUNE DI SICUREZZA SCORREVOLI

Questa manovra permette ad un operatore di calarsi con una fune per raggiungere l’operatore caduto in stato di incoscienza o di consentire all'operatore caduto cosciente di ridiscendere fino al punto di uscita.

2. ACCESSO DALL'ALTO CON USCITA VERSO L'ALTO:

a. CON FUNE DI LAVORO FISSA E FUNE DI SICUREZZA FISSA
b. CON FUNE DI LAVORO E FUNE DI SICUREZZA SCORREVOLI

In caso di impraticabilità dell’uscita dal basso questa manovra permette ad un operatore cosciente di uscire dall’alto o di calare un operatore che poi .consente il recupero verso l’alto

3. SISTEMA DI RECUPERO ASSISTITO CON PARANCO,UTILIZZANDO ATTREZZI MECCANICI IN FUNE SINGOLA Questa manovra permette all'assistente di recuperare verso l'alto un operatore. La manovra è effettuata da luogo sicuro. L'uso del paranco diminuisce lo sforzo necessario per il recupero

Deve essere predisposta inoltre un’apposita procedura di allertamento del soccorso pubblico. Tale allertamento deve avvenire nel momento in cui viene inequivocabilmente appurata una situazione di emergenza o un incidente, e non all’insorgere di eventuali successive difficoltà.

Criticità

La corretta sistemazione di ancoraggi (ancoraggi raddoppiati o triplicati per ogni sistema) è una delle fasi più importanti di ogni operazione di soccorso, da cui dipende la sicurezza dei soccorritori e delle persone soccorse.
L’uso appropriato dei DPI e delle procedure per prestare soccorso assieme ad un efficace e pianificato coordinamento degli operatori consente di prestare soccorso a chi sia accidentalmente in sospensione su una corda per effetto di una caduta e di non esporre il soccorritore ad un ulteriore pericolo.
Soltanto la predisposizione di un corretto piano di salvataggio e la formazione e l’addestramento del personale preposto consentono di intervenire efficacemente limitando i rischi delle persone coinvolte..
Trattandosi quasi sempre di tecniche e procedure complesse, si renderà necessario che gli addetti siano in possesso di formazione e di addestramento prevista per lavoratori addetti a “lavori in quota” e a “sistemi di accesso e posizionamento mediante funi”

La formazione per tali soggetti è definita dal D.Lgs 81/08 ed in particolare dall'allegato XXI dello stesso. Il percorso formativo è strutturato in moduli:
• Modulo base (comune ai due differenti percorsi formativi) propedeutico alla frequenza ai successivi moduli specifici, che da solo non abilita all'esecuzione dell’attività lavorativa. I partecipanti devono conseguire l’idoneità alla prosecuzione del corso, mediante test di accertamento delle conoscenze acquisite. Nel caso di mancata idoneità si possono attivare azioni individuali di recupero.
• Moduli specifici (A - B) differenziati per contenuti, che forniscono le conoscenze tecniche per operare negli specifici settori lavorativi

MODULO A - SPECIFICO PRATICO
Per l’accesso e il lavoro in sospensione in siti naturali o artificiali
MODULO B - SPECIFICO PRATICO
Per l’accesso e l’attività lavorativa su alberi

E’ inoltre previsto un modulo di formazione specifico teorico-pratico per preposti con funzione di sorveglianza dei lavori addetti ai sistemi di accesso e posizionamento mediante funi (articolo 116, comma 4)
Infatti i lavoratori che abbiano frequentato i corsi per operatori all'effettuazione di lavori su funi potranno avere accesso ad un MODULO SPECIFICO di formazione per “PREPOSTI” con funzione di sorveglianza dei lavori”, tendente ad offrire gli strumenti utili ad effettuare le operazioni di programmazione, controllo e coordinamento dei lavori della squadra loro affidata.

Per ciascuna tipologia di corso sono previsti aggiornamenti obbligatori ogni 5 anni.

fonte dell'articolo e foto coperturasicura.toscana


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