La diffusione e l'utilizzo dei defibrillatori (DAE) nei luoghi di lavoro
Diffusione del DAE nei luoghi di lavoro: situazione attuale

L’arresto cardiaco: una minaccia silenziosa nei luoghi di lavoro
L’arresto cardiaco consiste nell’improvvisa interruzione della capacità del cuore di pompare sangue e ossigeno alle cellule, condizione che, se non trattata entro pochi minuti, porta inevitabilmente alla morte. Anche in persone senza patologie cardiache note, può manifestarsi a riposo o sotto sforzo, spesso senza segnali premonitori chiari. Tuttavia, sintomi quali dolore toracico acuto, dispnea improvvisa, nausea o vertigini possono comparire poco prima dell’evento.
In Europa si registrano oltre 700.000 arresti cardiaci all’anno: solamente in Italia circa 60.000 persone muoiono a causa di un arresto cardiaco improvviso. Se interviene solo la respirazione cardiopolmonare (RCP), la sopravvivenza può attestarsi intorno al 30% se effettuata entro i primi 9 minuti; se invece si aggiunge l’utilizzo tempestivo del defibrillatore, la sopravvivenza sale fino al 60%. Ciò significa che un intervento precoce, in grado di somministrare una scarica elettrica mirata a ripristinare il ritmo cardiaco spontaneo, può letteralmente raddoppiare le probabilità di salvare una vita.
Quadro normativo e raccomandazioni legislative
In Italia la disciplina principale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è il decreto legislativo 81/2008, integrato dal decreto ministeriale 388/2003 che definisce le modalità del pronto soccorso aziendale. In particolare, la legge 4 agosto 2021, n. 116, ha ulteriormente evidenziato l’importanza della diffusione di defibrillatori semiautomatici nei seguenti contesti:
Luoghi di lavoro: in particolare sedi di pubbliche amministrazioni con almeno 15 dipendenti, realtà produttive industriali e commerciali con elevato afflusso di persone, e aree isolate o a rischio;
Aeroporti, stazioni ferroviarie e porti, così come mezzi di trasporto a lunga percorrenza (oltre due ore), in cui il DAE può fare la differenza prima dell’arrivo dei soccorsi sanitari.
Va sottolineato che, sebbene il DAE non sia al momento un presidio obbligatorio in tutti i luoghi di lavoro, le normative nazionali ed europee raccomandano vivamente la sua presenza laddove esista un rischio elevato di incidente o dove la tempestività dei soccorsi esterni non possa essere garantita in tempi brevissimi.
Perché intervenire precocemente: dati e benefici
La letteratura scientifica conferma che, in caso di arresto cardiaco, ogni minuto di ritardo nell’erogazione di una scarica elettrica diminuisce del 7–10% la probabilità di sopravvivenza. In ambito lavorativo, spesso i soccorsi avanzati (ambulanza e team sanitari) impiegano almeno 15–20 minuti per arrivare sul posto, soprattutto in aziende site in aree periferiche o industriali. Ecco perché è cruciale:
Aumentare il numero di soccorritori potenziali: formare dipendenti e addetti al primo soccorso per riconoscere i segnali di allarme e saper eseguire RCP;
Intervenire tempestivamente con la catena della sopravvivenza: riconoscimento, chiamata al 112/118, RCP di base (30 compressioni/2 ventilazioni), utilizzo del DAE secondo istruzioni vocali;
Limitare le conseguenze dell’anossia cerebrale: uno shock somministrato precocemente può evitare danni cerebrali irreversibili, riducendo il rischio di esiti neurologici gravi quali stato di coma persistente, deficit motori o cognitivi.
Secondo i dati INAIL, dal 2015 al 2024 è emerso un interesse crescente da parte delle aziende per dotarsi di DAE e formare il personale al BLS-D (Basic Life Support and Defibrillation). In sede di compilazione del modulo OT23, utilizzato per ottenere incentivi assicurativi a fronte di interventi di prevenzione, le imprese scaricano punteggi aggiuntivi quando hanno installato un defibrillatore e i propri addetti sono in possesso di un corso BLS-D.
Cosa fare in caso di arresto cardiaco sul luogo di lavoro
Per massimizzare le possibilità di salvataggio, il documento INAIL richiama la cosiddetta “catena della sopravvivenza”, articolata in quattro step fondamentali:
Riconoscere l’arresto cardiaco: verificare se la persona è incosciente, non respira o respira in modo anomalo; chiamare immediatamente il 112/118, fornendo indicazioni precise su luogo, tipologia di evento e contatti per agevolare l’arrivo dei soccorsi.
Avviare la RCP: iniziare con 30 compressioni toraciche profonde e veloci, alternate a 2 insufflazioni, fino all’arrivo del DAE.
Utilizzare il defibrillatore: accendere il dispositivo, posizionare le piastre adesive seguendo il diagramma illustrato sul dispositivo o sulle stesse piastre, assicurarsi di non toccare la vittima durante l’analisi del ritmo cardiaco e la somministrazione dello shock; dopo lo shock, riprendere immediatamente la RCP per altri 2 minuti, quindi lasciare che il DAE rianalizzi il ritmo; ripetere il ciclo fino all’arrivo dei soccorsi avanzati o fino a chiari segni di ripresa (movimenti, respiro spontaneo).
Attendere l’arrivo dei sanitari: continuare la RCP e le procedure con il DAE fino al loro arrivo, mantenendo alto il livello di sicurezza per soccorritore e vittima.
Diffusione del DAE nei luoghi di lavoro: situazione attuale
Il documento INAIL evidenzia che, pur non essendo obbligatorio in tutti i contesti lavorativi, il defibrillatore semiautomatico esterno è sempre più presente nelle aziende italiane, grazie a:
Incentivi economici: attraverso il sistema OT23, le imprese che installano un DAE e formano addetti al BLS-D possono ottenere sconti sul premio assicurativo INAIL;
Consapevolezza crescente: la percezione del rischio cardiovascolare, in particolare in aziende con elevato afflusso di personale e in quelle ubicate in zone isolate, ha stimolato la responsabilità sociale d’impresa e l’adozione volontaria di defibrillatori;
Campagne di sensibilizzazione: iniziative promosse da istituzioni, associazioni e centri di formazione per il primo soccorso hanno diffuso la conoscenza del DAE e delle procedure di rianimazione cardiopolmonare.
Dati aggiornati al 2024 confermano un trend positivo: il numero di aziende iscritte a BandI territoriali, che prevedono l’acquisto del DAE, è in crescita costante. Oltre al dato quantitativo, cresce parallelamente la percentuale di dipendenti formati secondo le linee guida internazionali, migliorando così l’efficacia dell’intervento in caso di necessità.
Il defibrillatore semiautomatico esterno (DAE): caratteristiche e funzionamento
Il DAE è un dispositivo di dimensioni compatte che, una volta applicato alla vittima, analizza automaticamente l’attività elettrica del cuore e riconosce la presenza di un’aritmia reversibile tramite shock (di solito fibrillazione ventricolare). Le principali fasi di utilizzo sono:
Accensione: spesso avviene con un singolo pulsante, accompagnata da un messaggio vocale che guida l’operatore.
Posizionamento delle piastre adesive: generalmente, una placca sulla parte superiore destra del torace e una sulla parte inferiore sinistra, lateralmente;
Analisi del ritmo cardiaco: il DAE verifica se il ritmo è defibrillabile, avvertendo l’operatore con un messaggio vocale “Non toccare il paziente durante l’analisi”.
Erogazione dello shock: qualora indicato, l’operatore deve premere il pulsante di shock, attenendosi alle istruzioni vocali;
Ripresa della RCP: dopo ogni shock, il DAE ricorda di eseguire RCP per altri 2 minuti, poi riavvia automaticamente l’analisi.
Il ciclo prosegue fino a quando non si riscontrano chiari segni di ripresa (movimenti, respiro spontaneo), fino all’arrivo di personale sanitario o fino all’esaurimento fisico del soccorritore. Il design semiautomatico e gli avvisi vocali rendono il DAE utilizzabile anche da personale con limitata esperienza medica, riducendo il rischio di errori critici.
Formazione all’uso del DAE nei luoghi di lavoro
Integrare l’utilizzo del DAE nei corsi per addetti al primo soccorso aziendale (ex DECRETO 388/2003) comporta numerosi vantaggi per le imprese:
Riduzione del rischio aziendale: disporre di personale pronto a intervenire riduce la probabilità di esiti fatali e conseguenti contenziosi;
Maggiore sicurezza per i dipendenti: sapere che esistono strumenti e competenze adeguate riduce lo stress da possibile evento critico;
Costi contenuti e tempi di formazione ridotti: rispetto a corsi avanzati, il modulo BLS-D può essere erogato in poche ore da istruttori certificati, con rapporto ottimale istruttore/allievi pari a 1:6, esercitazioni pratiche e skill-test finali.
Secondo gli standard internazionali (American Heart Association, European Resuscitation Council), un corso completo di BLS-D deve includere:
Contenuti teorici: anatomia del cuore, fisiopatologia dell’arresto cardiaco, funzionamento del DAE;
Addestramento pratico: simulazioni di RCP su manichino, posizionamento corretto delle piastre, simulazione di casi con feedback visivo e sonoro;
Verifica finale: skill-test strutturato per dimostrare la capacità di eseguire compressioni toraciche efficaci, ventilazioni, gestione del DAE e delle chiamate di emergenza.
L’integrazione del modulo BLS-D nel corso obbligatorio di primo soccorso aziendale migliora non solo la preparazione tecnica, ma rafforza anche lo spirito di squadra e la consapevolezza dell’importanza del ruolo attivo di ciascun dipendente in situazioni di emergenza.
La presenza di un defibrillatore semiautomatico esterno e di personale adeguatamente formato rappresenta oggi un asset strategico per ogni azienda che tenga in considerazione la sicurezza dei propri lavoratori. Il documento INAIL “Diffusione e utilizzo Defibrillatori” ribadisce come l’intervento tempestivo – che combini RCP e defibrillazione precoce – possa raddoppiare le probabilità di sopravvivenza in caso di arresto cardiaco.
Punti chiave da tenere presenti:
L’arresto cardiaco colpisce migliaia di persone ogni anno nei luoghi di lavoro;
La normativa italiana incoraggia (seppur non obbliga) l’installazione di DAE in contesti sensibili;
Esiste un concreto incentivo assicurativo (modulo OT23) per le aziende che si dotano di DAE e formano il personale al BLS-D;
Il DAE è di semplice utilizzo grazie a istruzioni vocali e analisi automatica del ritmo, rendendolo accessibile anche a operatori senza formazione paramedica avanzata;
La formazione BLS-D, integrata nel corso di primo soccorso, è rapida ed efficace, e riduce il rischio di danni irreversibili da anossia cerebrale.
Raccomandazioni pratiche per le aziende:
Verificare la presenza o meno di un DAE nella sede lavorativa e, se mancante, procedere all’acquisto preferibilmente di dispositivi certificati secondo norme CE.
Organizzare un corso BLS-D per almeno 5–10 dipendenti (in base alla dimensione aziendale), scegliendo un ente di formazione accreditato.
Mantenere il DAE in uno stato di funzionamento costante, effettuando regolari controlli delle batterie e delle piastre adesive, come previsto dal manuale del dispositivo.
Inserire nel piano di emergenza aziendale la posizione del DAE e le procedure per allertare i soccorsi esterni (112/118), in modo da ridurre al minimo i tempi di reazione.
Aggiornare periodicamente il personale, con refresher annuali o biennali, per consolidare le competenze e monitorare l’efficacia del piano di intervento.
Attraverso questi accorgimenti, ogni realtà lavorativa può contribuire in modo significativo a ridurre il numero di decessi per arresto cardiaco e a creare un ambiente più sicuro e consapevole. Investire nella formazione e nella dotazione di defibrillatori semiautomatici non è soltanto un obbligo morale: è un investimento concreto sulla salvaguardia della vita e sulla responsabilità sociale d’impresa.
Per ulteriori informazioni
Documento “Diffusione e utilizzo Defibrillatori” – INAIL (2025)
Legge 4 agosto 2021, n. 116 – “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici”.
Decreto ministeriale 15 luglio 2003, n. 388 – “Disposizioni sul pronto soccorso aziendale”.
Linee guida internazionali BLS-D – American Heart Association; European Resuscitation Council.

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