DPC - Dispositivi di Protezione collettiva per i lavori in quota.

In questa sezione sono riportate le schede dei DPC (Dispositivi di Protezione Collettiva) che possono essere utilizzati in taluni casi per l'accesso, il percorso il transito in copertura nelle successive operazioni di manutenzione.

sono riportati anche dei Dispositivi che non consentono l'accesso in quota ma solo il sollevamento dell'operatore che non può, secondo quanto riportato dal manuale d'uso, abbandonare l'impalcato di lavoro in quanto lo esporrebbe ad un rischio non legittimo.

Seguono le pubblicazioni a cura di coperturasicura della regione toscana.

PARAPETTO PROVVISORIO

Descrizione:

Protezione del bordo di copertura o di parti aperte della copertura dalle quali è possibile cadere da altezza superiore a 200 cm rispetto un piano stabile (vani scale, porzioni non portanti della copertura, lucernari, cavedi, passerelle, ecc.). Composto da montanti fissabili a parti sporgenti della copertura e traversi da inserire in appositi alloggiamenti. Esistono in commercio sistemi più complessi che possono essere applicati a falde inclinate e montati su elementi fissati in fase di realizzazione della copertura e in dotazione dell’immobile.

Caratteristiche:

Costituito da materiale rigido e resistente, in buono stato di conservazione. Deve:
•avere consistenza rapportata alle sollecitazioni d’impiego e derivanti dalla pendenza della copertura;
•avere altezza utile non inferiore a 100 cm;
•essere costituito da almeno due correnti orizzontali, uno superiore ed uno intermedio (posto a metà altezza tra pavimento e corrente superiore);
•resistere nel suo insieme e in ogni sua parte al massimo sforzo cui può essere sottoposto, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua funzione;
•avere una fascia continua poggiante sul piano di calpestio di altezza non inferiore a 15 cm;
•Sistemi di fissaggio per soletta sporgente (vedi grafica);
•Sistemi di fissaggio per cordolo sporgente verticale (blocco a ganascia fissa o regolabile);
•Sistemi di fissaggio a piastra verticale o inclinata (per blocco alla parete perimetrale o alla soletta della copertura);

Per coperture di forte pendenza (superiore a 50°) il parapetto deve essere pieno e di altezza superiore a 100 cm (altezza rapportata all’inclinazione della falda);

La norma EN 13374 classifica tre diverse categorie di parapetti, in relazione alla pendenza e alla lunghezza della falda inclinata: Classe A (pendenza non superiore al 10°); classe B (pendenza da 10° a 30° e lunghezza falda fino a 2 mt); classe C (pendenza da 30° a 45° e lunghezza falda fino a 5 mt. In commercio esistono prodotti conformi a tale normativa e differenziati in relazioni alle caratteristiche della copertura d’impiego.

Impiego:

DPC avente la funzione di impedire la caduta dall’alto del lavoratore e di materiali, utensili, attrezzature di lavoro. Adatto alla protezione di aree di transito e lavoro, manutenzioni che utilizzano materiali, utensili o attrezzature che per caratteristiche, modalità di impiego o alimentazione, sono a loro volta motivo di esposizione a rischio.

I dispositivi possono essere impiegati esclusivamente secondo le modalità di montaggio e utilizzo previsti dal costruttore e in tal senso certificati.

Specificità:

Dispositivo efficace contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Richiede, normalmente, scarsa manutenzione derivante dall’assenza di meccanismi e semplicità tecnologica. Soluzione non impattante sotto il profilo architettonico e ambientale.

Criticità:

Richiede sistemi di protezione complementari sia durante la fase di montaggio, sia durante lo smontaggio. Per questo motivo il sistema non è adatto ad attività di monitoraggio-ispezione e per interventi di manutenzione di breve durata, per i quali meglio si adatta la movimentazione con DPI anticaduta.

L’impiego di questa tipologia di protezione è vincolata alla capacità del bordo di copertura di sopportare i sistemi di fissaggio dei montanti così come forniti dal costruttore e certificati. Generalmente i prodotti disponibili sono poco compatibili per coperture a falda senza cordoli o bordi perimetrali.

Per tetti con bordo libero e falda inclinata i costruttori prevedono parapetti montati su alloggiamenti specifici in dotazione dell’opera (sistemi di aggancio fissi ai quali i montanti si inseriscono). Naturalmente tutte le varie componenti del sistema (elemento di ancoraggio, montanti) devono essere coordinate per assicurare le condizioni di garanzia certificate dal costruttore.


Ispezioni:

Alloggiamenti di fissaggio dei montanti, montanti, correnti, fascia parapiede. In particolare dovrà essere verificata periodicamente (in funzione delle tecnologie e dei materiali) la pulizia degli alloggiamenti e delle componenti fisse di bloccaggio dei montanti. In caso di mantenimento della componente provvisoria del parapetto in area coperta risulta di minore importanza la verifica delle condizioni della stessa.

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica delle compatibilità del bordo copertura con le caratteristiche del sistema di blocco del montante, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica della compatibilità tra condizioni d’impiego e la classe d’impiego indicata dal costruttore (compatibilità con pendenza, lunghezza della falda, attività svolta, ecc).
•Verifica della compatibilità dei componenti (sigla produttore e del prodotto), delle modalità di montaggio/smontaggio, d’impiego e di manutenzione, con le indicazioni del costruttore.
•Verifica della certificazione del prodotto “conforme EN 13374” (in alternativa il produttore o installatore deve produrre certificazione da parte di laboratorio autorizzato che garantisca risultati non inferiori).
•Dispositivi per il posizionamento e la trattenuta sul lavoro.
•Sistemi di arresto della caduta.

Per coperture inclinate (pendenza superiore a 15°) e fortemente inclinate (pendenza superiore a 50°) l’operatore deve indossare idonee calzature antisdrucciolo.

PARAPETTO PROVVISORIO SU ALLOGGIAMENTO IN DOTAZIONE

Descrizione:

Protezione del bordo di copertura o di parti aperte della copertura dalle quali è possibile cadere da altezza superiore a 200 cm rispetto un piano stabile (vani scale, porzioni non portanti della copertura, lucernari, cavedi, passerelle, ecc.). Composto da alloggiamenti fissi e parapetto provvisorio, in dotazione dell’immobile, da agganciare prima dell’esecuzione di manutenzioni che richiedono attività lavorativa in copertura.

Caratteristiche:

Costituito da materiale rigido e resistente, in buono stato di conservazione. Deve:

avere consistenza rapportata alle sollecitazioni d’impiego e derivanti dalla pendenza della copertura;


avere altezza utile non inferiore a 100 cm;


essere costituito da almeno due correnti orizzontali, uno superiore ed uno intermedio (posto a metà altezza tra pavimento e corrente superiore);


resistere nel suo insieme e in ogni sua parte al massimo sforzo cui può essere sottoposto, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua funzione;


avere una fascia continua poggiante sul piano di calpestio di altezza non inferiore a 15 cm;


avere alloggiamenti dei montanti fissati su componente strutturale della copertura.


Per coperture di forte pendenza (superiore a 50°) il parapetto deve essere pieno e di altezza superiore a 100 cm (altezza rapportata all’inclinazione della falda);

Impiego:

DPC avente la funzione di impedire la caduta dall’alto del lavoratore e di materiali, utensili, attrezzature di lavoro. Adatto alla protezione di aree di copertura di transito e lavoro, manutenzioni che utilizzano materiali, utensili o attrezzature che per caratteristiche, modalità di impiego o alimentazione, sono a loro volta motivo di esposizione a rischio.

I dispositivi possono essere impiegati esclusivamente secondo le modalità di montaggio e utilizzo previsti dal costruttore e in tal senso certificati

Specificità:

Dispositivo efficace contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Richiede, normalmente, scarsa manutenzione derivante dall’assenza di meccanismi e semplicità tecnologica. Soluzione non impattante sotto il profilo architettonico e ambientale.

Criticità:

Richiede sistemi di protezione complementari sia durante la fase di montaggio, sia durante lo smontaggio. Sistema non adatto ad attività di monitoraggio-ispezione e per interventi di manutenzione di breve durata.

Tutte le varie componenti del sistema (elemento di ancoraggio, montanti) devono essere coordinate per assicurare le condizioni di garanzia certificate dal costruttore.

Alternative:
1.Ponteggio sul perimetro
2.Parapetti fissi
3.Reti di sicurezza

Ispezioni:

Alloggiamenti di fissaggio dei montanti, montanti, correnti, fascia parapiede.

In particolare dovrà essere verificata periodicamente (in funzione delle tecnologie e dei materiali) la pulizia degli alloggiamenti e delle componenti fisse di bloccaggio dei montanti. In caso di mantenimento della componente provvisoria del parapetto in area coperta risulta di minore importanza la verifica delle condizioni della stessa.

Sistemi e procedure complementari:
•Dispositivi per il posizionamento e la trattenuta sul lavoro
•Sistemi di arresto della caduta

Per coperture inclinate (pendenza superiore a 15°) e fortemente inclinate (pendenza superiore a 50°) l’operatore deve indossare idonee calzature antisdrucciolo.

PIATTAFORMA ELEVABILE

Descrizione:

Piano di lavoro motorizzato sviluppabile in altezza e protetto con parapetto fisso sui 4 lati. Composto da ripiano protetto, colonna/e cremagliera di scorrimento motorizzato del piano, base/i di appoggio a terra ed elementi di ancoraggio delle colonne alla facciata, impianto di movimentazione verticale e sistemi di comando.

Caratteristiche:

Il dispositivo composto da elementi prefabbricati metallici (acciaio o alluminio) realizza un piano di lavoro protetti sui 4 lati che può essere azionato verticalmente sulla facciata fino alla copertura.

Esistono dispositivi con ripiani di contenute dimensioni e che possono spostarsi verticalmente per altezze ridotte sostenute da monocolonna e piattaforme di maggiori dimensioni (circa 25 mt di lunghezza) che possono raggiungere altezze elevate (circa 120 mt d’altezza) che scorrono su una doppia colonna ancorata alla facciata.

Il sistema presenta comandi sul piano e deve essere impiegato unitamente a DPI anticaduta.

Impiego:

DPC avente la funzione di realizzare un sicuro piano di lavoro atto ad impedire la caduta dall’alto del lavoratore e di materiali, utensili, attrezzature di lavoro.

Adatto ad attività manutentive sul perimetro della copertura o come via di accesso esterna e provvisoria alla stessa (solo con sistemi certificati dal costruttore per tale impiego).

Il dispositivo dovrà essere impiegato esclusivamente secondo le modalità di montaggio/smontaggio e utilizzo previsti dal costruttore e in tal senso certificato.

Specificità:

Dispositivo efficace contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Può trovare impiego anche per facciate e coperture collocate a notevole altezza dove la realizzazione di un ponteggio fisso o con trabatello ancorato diventano impossibili.

Garantisce velocità di montaggio e consente di risolvere esigenze di accesso dal fronte esterno alla copertura (solo con piattaforma elevabile certificata), è sistema particolarmente efficace nel caso di attività congiunte da effettuare sia in copertura sia in facciata (per esempio manutenzioni di gronda, perimetro del tetto e sistema smaltimento acque meteoriche).

Criticità:

Non è sistema in dotazione dell’opera.

Normalmente richiede ancoraggio alla facciata delle colonne-cremagliera (esclusa solo per impiego in altezze contenute e nei casi previsti dal libretto del costruttore), non sempre di facile realizzazione ad edificio completato.

Il suo impiego come luogo di lavoro è limitato al solo bordo della copertura raggiungibile dall’operatore senza sporgersi dai parapetti laterali.

Richiede sistemi di protezione complementari sia durante la fase di spostamento, sia durante la fase di esecuzione delle lavorazioni manutentive. Per questo motivo il sistema non è adatto ad attività di monitoraggio-ispezione e per interventi di manutenzione di breve durata, per i quali meglio si adatta la movimentazione con DPI anticaduta.

Alternative:
1.Ponteggio fisso
2.Piattaforma mobile (cestello)

Ispezioni:

Come indicato dal libretto d’uso e manutenzione del costruttore.

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica della planarità e consistenza del piano di appoggio, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica delle condizioni di aggancio alla facciata, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica della compatibilità dei componenti (sigla produttore e del prodotto), delle modalità di montaggio/smontaggio, d’impiego e di manutenzione, con le indicazioni del costruttore.
•Verifica della certificazione del prodotto “CE” e della formazione sull’impiego del macchinario da parte degli operatori.
• Installazione di sistemi di delimitazione della base di attacco a terra delle colonne di movimentazione.

PIATTAFORMA MOBILE (CESTELLO)

Descrizione:

Piano di lavoro motorizzato sviluppabile in altezza e lateralmente (movimentazione sia verticale che orizzontale). Sistema particolarmente efficace nel caso di ispezioni o interventi urgenti.
Composto da ripiano, elemento di sostegno e movimentazione di varie tipologie (asta pneumatica, a forbice, a braccio articolato, ecc), base di appoggio a terra su ruote bloccabili, su carro o autocarro, impianto di movimentazione e sistemi di comando dal cestello di lavoro.


Caratteristiche:

Consiste in piattaforma chiusa per il lavoro in quota, sostenuta da dispositivi che consentono, generalmente, la movimentazione sia verticale che laterale (ad esclusione della piattaforma a pantografo). La base è dotata di stabilizzatori che bloccano al suolo il sistema durante il suo impiego. Protetto con parapetto fisso su tutti i quattro lati, ripiano protetto da sistema anti-oscillazioni, elemento di sostegno e movimentazione motorizzato con comandi sul cestello, base di appoggio a terra ed elementi stabilizzanti.
A seconda delle altezze da raggiungere e dal tipo di base di appoggio si distinguono:
•cestello telescopico su base semovente su ruote gommate;
•cestello telescopico su base semovente su cingoli;
•cestello su automezzo;
•piattaforma a pantografo.

Il sistema presenta comandi sul cestello e deve essere impiegato unitamente a DPI anticaduta.


Impiego:

Sistema adatto ad attività manutentive sul perimetro della copertura.

Il cestello, se non certificato per lo sbarco in quota, non può essere impiegato come sistema di accesso alla copertura e l’attività dell’operatore deve essere eseguita sempre all’interno del cestello, con imbracatura agganciata.

Specificità:

Dispositivo per il lavoro in quota efficace e di immediato impiego, non richiede attività preparatoria a terra o sulla facciata (a parte la delimitazione dell’area di lavoro per il rischio di caduta utensili), ed è pertanto adatto ad attività urgenti su facciate, cornicioni, coperture di non eccessiva profondità (per la parte raggiungibile dall’operatore agendo dall’interno del cestello).
Consente la manovrabilità del piano di lavoro, in alcuni casi a 360 gradi (tipologia a braccio articolato) e, comunque la movimentazione del cestello sia in altezza che lateralmente (ad esclusione della piattaforma a pantografo che può avere movimentazione solo verticale).

Criticità:

Non è sistema permanente e limita l’operatività dell’operatore alle componenti raggiungibili dall’interno del cestello.

Se non certificato per lo sbarco in quota non può essere impiegato come dispositivo per l’accesso alla copertura.

Il dispositivo può essere utilizzato solo da uno o due operatori a bordo del cestello e con carichi d’esercizio di circa 200 daN (circa 200 kg). Non è consentito il suo impiego per il trasporto di materiali o attrezzature se non quelle espressamente indicate dal costruttore e munite di aggancio compatibile.

Richiede sistemi di protezione complementari sia durante la fase di spostamento, sia durante la fase di esecuzione delle lavorazioni manutentive.

Si consiglia l’impiego prevalentemente per funzioni a carattere ispettivo, di pulizia e di controllo dei manufatti da manutenere.

Alternative:
1.Ponteggio
2.Scale

Ispezioni:

Come indicato dal libretto d’uso e manutenzione del costruttore.

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica della planarità e consistenza del piano di appoggio, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica della compatibilità dei componenti (sigla produttore e del prodotto), delle modalità d’impiego e di manutenzione, con le indicazioni del costruttore.
•Verifica della certificazione del prodotto “CE” e della formazione sull’impiego del macchinario da parte degli operatori.
•Installazione di sistemi di delimitazione dell’area interessata dalla movimentazione della base del dispositivo (autogrù o elemento su ruote).
•Sistemi di arresto della caduta.

PONTEGGIO A MONTANTI E TRAVERSI PREFABBRICATI-MULTIDIREZIONALI

Descrizione:

Struttura metallica particolarmente complessa’ indispensabile per effettuare lavorazioni in facciata nonché sulle coperture di edifici da costruire, restaurare o demolire, collegato all’edificio mediante idonei ancoraggi.

Viene realizzato con elementi assemblati in infinite misure: tubi di differente lunghezza uniti con snodi che creano strutture snelle ed adattabili



Caratteristiche:

Discreta flessibilità ed adattabilità dimensionale , pur non raggiungendo la versatilità del ponteggio a tubi e giunti è certamente più versatile del ponteggio a telai prefabbricati, avendo la possibilità di nodi “a 8 vie” che permettono la giacitura di elementi a 45°.

Diventa imbattibile quando si debbano riempire dei “volumi”, cioè quando il ponteggio sia concepito come struttura tridimensionale e non solo come struttura di superficie da estendere lungo una facciata dell’edificio

Discreta semplicità e rapidità di montaggio, anche per opere con limitate sporgenze e con adattamenti di tipo geometrico.

Economicità: a un costo d'acquisto piuttosto elevato si contrappone un costo d'esercizio particolarmente contenuto, il montaggio risulta essere un punto di forza, perfino nelle configurazioni più articolate e ricche di accessori, in quanto la particolare concezione dei nodi garantisce facilità e rapidità di assemblaggio, per ogni genere di componenti.

Ponteggio da manutenzione: portata max. sul piano150 daN/mq e impalcato di larghezza minima 60 cm;

Ponteggio da costruzione: portata max. sul piano 300 daN/mq e impalcato di larghezza minima 90 cm;

Piazzole di carico: portata sul piano 450 daN/mq

Ancoraggi: di norma nei ponteggi di facciata, i più diffusi nei lavori di costruzione e di manutenzione edile, la norma richiede che vi sia un ancoraggio ogni 22 mq. di superficie.

Questa prescrizione è da considerare di Minima e va integrata obbligatoriamente in tutte le zone del ponteggio dove non esistono condizioni standard.

L’azione del vento :

Le condizioni STANDARD per cui è autorizzato il montaggio del ponteggio secondo lo schema tipo prevedono:

Che le superfici esposte al vento siano quelle autorizzate

Che il vento non superi la velocità di 16 m/s (56,7 km/h) in presenza di sovraccarichi sugli impalcati di valore pari al massimo consentito (vento in condizioni di “servizio”)

Che il vento non superi la velocità di 30 m/s (108 km/h) in presenza di sovraccarichi sugli impalcati di valore pari alla metà dei valori massimi consentiti (vento in condizioni di “ fuori servizio”)

In condizioni diverse è necessario prevedere un aumento del numero degli ancoraggi ed una relazione di calcolo.

Gli ancoraggi non devono sostenere solo azioni ortogonali alla parete servita ma anche forze ad essa parallele

Deve essere montato, con la procedura stabilita dal PIMUS, da personale abilitato, seguendo gli schemi del Libretto allegato e/o il progetto di montaggio, firmato da un architetto o da un ingegnere, per realizzazioni diverse dagli schemi del libretto o per ponteggi con altezza superiore a 20m.

Le condizioni degli elementi, con impresso il marchio del fabbricante, devono essere verificati prima di ogni montaggio a cura di del responsabile dell’impresa secondo idonea procedura così come previsto dalla CIRC MPLS n° 46/2000

Durante l’utilizzo non deve essere modificato con l’asportazione anche temporanea degli elementi previsti nel libretto e negli schemi di montaggio.



Impiego:


Esecuzione in sicurezza dei lavori in facciata e/o in copertura per edifici in costruzione o in manutenzione, lavori su opere in demolizione



Specificità:

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE COLLETTIVO che permette di realizzare in sicurezza, con la massima flessibilità, lavori sulle facciate di edifici con forme perlopiù irregolari.

Criticità:

Una volta realizzato non è modificabile e pertanto la realizzazione deve essere progettata prima dell’installazione mediante schemi di montaggio (PIMUS), in relazione alle caratteristiche dell’edificio ed alle lavorazioni da effettuare nel tempo.

Elemento di estrema criticità per il ponteggio è la corretta valutazione della superficie di appoggio, il sistema di ancoraggio e l’eventuale presenza e/o la successiva installazione di teli e/o cartelloni pubblicitari

Deve essere montato e smontato secondo procedure precise (PIMUS) che prevedono l’utilizzo di personale addestrato mediante l’utilizzo di idonei DPI, in quanto queste fasi sono estremamente critiche per le cadute dall’alto degli operatori.

durante l’uso dovranno essere considerati i seguenti limiti:

- portata massima prevista dal libretto del ponteggio.

- rimozione di alcuni elementi del ponteggio, (tavole parapetti etc) durante le lavorazioni.

Alternative:

Piattaforma aerea per lavori puntuali in facciata e/ o sulle coperture.

Ispezioni:

Le condizioni degli elementi devono essere verificati prima di ogni montaggio a cura del responsabile dell’impresa secondo idonea procedura così come previsto dalla CIRC MPLS n. 46/2000.

Sistemi e procedure complementari:

Verifica delle condizioni di ancoraggio alla facciata, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore


Verifica della portata qualora insorgessero maggiori sovraccarichi


Verificare se per il ponteggio serve la messa a terra, ovvero tutte le volte che la massa ha un valore di resistenza verso terra inferiore a 200 ohm; (ad esempio se il ponteggio è montato sull’asfalto o sul cemento non ci sono problemi)


In base alla verifica da condurre ai sensi della norma CEI 81-10 (ad esempio per ponteggi di grandi dimensioni in località particolarmente esposte alla fulminazione) il collegamento di messa a terra può essere obbligatorio per la protezione contro le scariche atmosferiche

PONTEGGIO A TELAI PREFABBRICATI METALLICI

Descrizione:

‘Struttura metallica’ realizzata con elementi precostituiti a portale oppure ad H (larg. 1,00 m ca) con vari passi (1,80-2,50-3,00 m) indispensabile per effettuare lavorazioni in facciata nonché sulle coperture di edifici da costruire, restaurare o demolire, collegato all’edificio mediante idonei ancoraggi.

Caratteristiche:

Ridotta flessibilità ed adattabilità dimensionale , non si presta affatto a seguire i contorni o superfici complesse.

Estrema semplicità e rapidità di montaggio, purché l’opera sia estremamente regolare e priva di sporgenze e non richieda adattamenti di tipo geometrico.

Economicità: in caso di facciate piane e regolari, soprattutto se molto estese, diventa l’attrezzatura più conveniente anche dal punto di vista economico, per il basso costo d’acquisto e di esercizio

Ponteggio da manutenzione: portata max. sul piano150 daN/mq e impalcato di larghezza minima 60 cm;

Ponteggio da costruzione: portata max. sul piano 300 daN/mq e impalcato di larghezza minima 90 cm;

Piazzole di carico: portata sul piano 450 daN/mq

Ancoraggi: di norma nei ponteggi di facciata, i più diffusi nei lavori di costruzione e di manutenzione edile, la norma richiede che vi sia un ancoraggio ogni 22 mq. di superficie.

Questa prescrizione è da considerare di Minima e va integrata obbligatoriamente in tutte le zone del ponteggio dove non esistono condizioni standard.

L’azione del vento :

Le condizioni STANDARD per cui è autorizzato il montaggio del ponteggio secondo lo schema tipo prevedono:
•Che le superfici esposte al vento siano quelle autorizzate
•Che il vento non superi la velocità di 16 m/s (56,7 km/h) in presenza di sovraccarichi sugli impalcati di valore pari al massimo consentito (vento in condizioni di “servizio”)
•Che il vento non superi la velocità di 30 m/s (108 km/h) in presenza di sovraccarichi sugli impalcati di valore pari alla metà dei valori massimi consentiti (vento in condizioni di “ fuori servizio”)

In condizioni diverse è necessario prevedere un aumento del numero degli ancoraggi ed una relazione di calcolo.

Gli ancoraggi non devono sostenere solo azioni ortogonali alla parete servita ma anche forze ad essa parallele.

Deve essere montato, con la procedura stabilita dal PIMUS, da personale abilitato, seguendo gli schemi del Libretto allegato e/o il progetto di montaggio, firmato da un architetto o da un ingegnere, per realizzazioni diverse dagli schemi del libretto o per ponteggi con altezza superiore a 20m.

Le condizioni degli elementi, con impresso il marchio del fabbricante, devono essere verificati prima di ogni montaggio a cura di del responsabile dell’impresa secondo idonea procedura così come previsto dall’allegato XIX del D. lgs. 9 aprile 2008, n° 81.

Il tipo di aggancio dei correnti e dei sistemi di irrigidimento può essere a ‘boccole’ o a perni.

Durante l’utilizzo il ponteggio non deve essere modificato con l’asportazione anche temporanea degli elementi.

Impiego:

Esecuzione in sicurezza dei lavori in facciata e/o in copertura per edifici in costruzione o in manutenzione, lavori su opere in demolizione





Specificità:

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE COLLETTIVO che costituisce l’unico modo per realizzare in sicurezza lavori sulle facciate degli edifici, per lavorazioni ad una quota superiore ai 2 ml, nonché sulle coperture ed in ogni altro caso che preveda la presenza del rischio di caduta dall’alto

Criticità:

Una volta realizzato non è facilmente modificabile e pertanto la realizzazione deve essere progettata prima dell’installazione mediante schemi di montaggio (PIMUS), in relazione alle caratteristiche dell’edificio ed alle lavorazioni da effettuare nel tempo.

Elemento di estrema criticità per il ponteggio è la corretta valutazione della superficie di appoggio, il sistema di ancoraggio e l’eventuale presenza e/o la successiva installazione di teli e/o cartelloni pubblicitari

Deve essere montato e smontato secondo procedure precise (PIMUS) che prevedono l’utilizzo di personale addestrato mediante l’utilizzo di idonei DPI, in quanto queste fasi sono estremamente critiche per le cadute dall’alto degli operatori.

Durante l’uso dovranno essere considerati i seguenti limiti:
•portata massima prevista dal libretto del ponteggio.
•eventuale rimozione di alcuni elementi del ponteggio, (tavole parapetti etc) durante le lavorazioni.

Alternative:

Piattaforma aerea per lavori puntuali in facciata e/ o sulle coperture.

Ispezioni:

Il ponteggio, con relativa omologazione ministeriale, deve essere montato, seguendo il libretto di montaggio secondo lo specifico PIMUS redatto per quel cantiere, con elementi che devono portare impressi, a rilievo od incisione, il nome o il marchio del fabbricante.

Il montaggio deve essere effettuato da personale abilitato ai sensi art. 136 del D.lgs 9 aprile 2008, n° 81

Le condizioni degli elementi devono essere verificati prima di ogni montaggio a cura del responsabile dell’impresa secondo idonea procedura.

Verificare se per il ponteggio serve la messa a terra, ovvero tutte le volte che la massa ha un valore di resistenza verso terra inferiore a 200 ohm; (ad esempio se il ponteggio è montato sull’asfalto o sul cemento non ci sono problemi);
In base alla verifica da condurre ai sensi della norma CEI 81-10 (ad esempio per ponteggi di grandi dimensioni in località particolarmente esposte alla fulminazione) il collegamento di messa a terra può essere obbligatorio per la protezione contro le scariche atmosferiche

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica delle condizioni di ancoraggio alla facciata, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica della portata qualora insorgessero maggiori sovraccarichi.

PONTEGGIO A TUBI E GIUNTI

Descrizione:

Struttura metallica complessa, indispensabile per effettuare lavorazioni in facciata nonché sulle coperture di edifici da costruire, restaurare o demolire di forma per lo più irregolare, collegato all’edificio mediante idonei ancoraggi.

Viene realizzato con elementi assemblati in infinite misure: tubi di differente lunghezza uniti con giunti ortogonali che creano strutture snelle ed adattabili.

Caratteristiche:

Flessibilità ed adattabilità: imbattibile e insostituibile ogni volta che la geometria dell'opera da servire si presenta irregolare. La sua flessibilità ed adattabilità dimensionale si paga con maggiori attrezzature di cantiere, maggiori difficoltà di installazione e maggiore affaticamento degli operatori;

Ridotta rapidità di montaggio: solo squadre ben addestrate di specialisti sono in grado di montare con velocità e perizia questo tipo di ponteggi;

Scarsa economicità: ad un costo d'acquisto piuttosto basso si contrappone un costo d'esercizio elevato a causa, soprattutto, della laboriosità dei montaggi;

Ponteggio da manutenzione: portata max. sul piano150 daN/mq e impalcato di larghezza minima 60 cm;

Ponteggio da costruzione: portata max. sul piano 300 daN/mq e impalcato di larghezza minima 90 cm;

Piazzole di carico: portata sul piano 450 daN/mq;

Ancoraggi: di norma nei ponteggi di facciata, i più diffusi nei lavori di costruzione e di manutenzione edile, la norma richiede che vi sia un ancoraggio ogni 22 mq. di superficie.

Questa prescrizione è da considerare di Minima e va integrata obbligatoriamente in tutte le zone del ponteggio dove non esistono condizioni standard.

L’azione del vento :

Le condizioni STANDARD per cui è autorizzato il montaggio del ponteggio secondo lo schema tipo prevedono:
1.
Che le superfici esposte al vento siano quelle autorizzate

2.
Che il vento non superi la velocità di 16 m/s (56,7 km/h) in presenza di sovraccarichi sugli impalcati di valore pari al massimo consentito (vento in condizioni di “servizio”)

3.
Che il vento non superi la velocità di 30 m/s (108 km/h) in presenza di sovraccarichi sugli impalcati di valore pari alla metà dei valori massimi consentiti (vento in condizioni di “ fuori servizio”)


In condizioni diverse è necessario prevedere un aumento del numero degli ancoraggi ed una relazione di calcolo.

Gli ancoraggi non devono sostenere solo azioni ortogonali alla parete servita ma anche forze ad essa parallele.

Deve essere montato, con la procedura stabilita dal PIMUS, da personale abilitato, seguendo gli schemi del Libretto allegato e/o il progetto di montaggio, firmato da un architetto o da un ingegnere, per realizzazioni diverse dagli schemi del libretto o per ponteggi con altezza superiore a 20m.

Le condizioni degli elementi, con impresso il marchio del fabbricante, devono essere verificati prima di ogni montaggio a cura di del responsabile dell’impresa secondo idonea procedura così come previsto dall’allegato XIX del D. lgs. 9 aprile 2008, n° 8.

Durante l’utilizzo non deve essere modificato con l’asportazione anche temporanea degli elementi previsti nel libretto e negli schemi di montaggio.

Impiego:

Esecuzione in sicurezza dei lavori in facciata e/o in copertura per edifici in costruzione o in manutenzione. lavori su opere in demolizione.








Specificità:

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE COLLETTIVO che permette di realizzare in sicurezza, con una discreta flessibilità, lavori su facciate di edifici con forme per lo più irregolari.

Criticità:
•Non è modificabile una volta realizzato e pertanto la realizzazione deve essere progettata prima dell’installazione mediante schemi di montaggio (PIMUS), in relazione alle caratteristiche dell’edificio ed alle lavorazioni da effettuare nel tempo;
•Elemento di estrema criticità per il ponteggio è la corretta valutazione della superficie di appoggio, il sistema di ancoraggio e l’eventuale presenza e/o la successiva installazione di teli e/o cartelloni pubblicitari;
•Deve essere montato e smontato secondo procedure precise (PIMUS) che prevedono l’utilizzo di personale addestrato mediante l’utilizzo di idonei DPI, in quanto queste fasi sono estremamente critiche per le cadute dall’alto degli operatori;
•Durante l’uso dovranno essere considerati i seguenti limiti:

- portata massima prevista dal libretto del ponteggio.

- rimozione di alcuni elementi del ponteggio, (tavole parapetti etc) durante le lavorazioni.
•Verificare se per il ponteggio serve la messa a terra, ovvero tutte le volte che la massa ha un valore di resistenza verso terra inferiore a 200 ohm; (ad esempio se il ponteggio è montato sull’asfalto o sul cemento non ci sono problemi);
•In base alla verifica da condurre ai sensi della norma CEI 81-10 (ad esempio per ponteggi di grandi dimensioni in località particolarmente esposte alla fulminazione) il collegamento di messa a terra può essere obbligatorio per la protezione contro le scariche atmosferiche.

Alternative:

Piattaforma aerea per lavori puntuali in facciata e/o sulle coperture.

Ispezioni:

Il ponteggio, con relativa omologazione ministeriale, deve essere montato, seguendo il libretto di montaggio secondo lo specifico PIMUS redatto per quel cantiere, con elementi che devono portare impressi, a rilievo od incisione, il nome o il marchio del fabbricante.

Il montaggio deve essere effettuato da personale abilitato ai sensi art. 136 del D.lgs 9 aprile 2008, n° 81

Le condizioni degli elementi devono essere verificati prima di ogni montaggio a cura del responsabile dell’impresa secondo idonea procedura.

Sistemi e procedure complementari:

Verifica delle condizioni di ancoraggio alla facciata, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.


Verifica della portata qualora insorgessero maggiori sovraccarichi.

PONTEGGIO SU RUOTE A TORRE (TRABATTELLO)

Descrizione:

Piano di lavoro sviluppabile in altezza e protetto sui 4 lati. Composto da base su ruote e stabilizzatori; montanti, traverse e controventature; piano di lavoro e sottoponte; parapetti sui 4 lati.

Caratteristiche:

Il dispositivo composto da elementi prefabbricati metallici (acciaio o alluminio) che realizzano dei piani di lavoro protetti sui 4 lati.

Fornito di base su ruote che consentono la movimentazione dello stesso (senza la presenza di alcun operatore sul ponte). Le ruote in fase di lavoro devono essere bloccate e collocate in piano. Alcuni modelli consentono l’appoggio su ruote oppure su piedi stabilizzatori, in tal caso il ponteggio può classificarsi come fisso (se consentito dal libretto del costruttore).
L’altezza massima raggiungibile è di 12 m in ambienti interni e di 8 m in ambienti esterni (UNI EN 1004).

Il dispositivo deve avere certificato di conformità UNI EN 1004 o di superamento delle prove di carico e rigidità di cui all’appendice A e B della suddetta norma tecnica.

Almeno ogni 4 metri d’altezza deve essere realizzato un piano di lavoro (ad eccezione del primo che può essere realizzato a 4,60 mt da terra). Può essere impiegato anche con un solo piano di lavoro in sommità ma unitamente a DPI anticaduta.



Impiego:

DPC avente la funzione di realizzare un sicuro piano di lavoro atto ad impedire la caduta dall’alto del lavoratore e di materiali, utensili, attrezzature di lavoro.

La salita deve essere interna al trabatello, occorre impiegare le apposite scale e botole e utilizzare durante gli spostamenti verticali idonei DPI anticaduta.

Adatto ad attività manutentive sul perimetro della copertura; (solo in conformità con quanto previsto dal libretto d’uso e manutenzione può essere utilizzato come via di accesso esterna e provvisoria alla copertura, assicurando condizioni di sbarco in condizioni di sicurezza).

Specificità:

Garantisce velocità di montaggio e ampia flessibilità e adattabilità alle condizioni particolari del sito.

Criticità:

Non è sistema in dotazione dell’opera e deve essere richiesto alle differenti imprese che eseguono le attività manutentive.

Normalmente richiede ancoraggio alla facciata, non sempre di facile realizzazione ad edificio completato (deve essere ancorato alla facciata almeno ogni 2 piani).


Richiede sistemi di protezione complementari sia durante la fase di montaggio/smontaggio, sia durante la movimentazione verticale sul ponte.

Alternative:
1.Ponteggio sul perimetro;
2.Piattaforma elevabile;
3.Cestello;
4.Scale.

Ispezioni:

Come indicato dal libretto d’uso e manutenzione del costruttore.

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica della planarità e consistenza del piano di appoggio, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Verifica delle condizioni di aggancio alla facciata, congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore.
•Installazione di sistemi di delimitazione della base di attacco a terra del trabatello.

RETI DI SICUREZZA

Descrizione:

Una connessione di maglie di nylon o materiali plastici sostenuta da una fune sul bordo ancorata con idonei elementi al fine di fermare la caduta di persone.

Caratteristiche:

Permettono nelle varie soluzioni possibili di utilizzo, di impedire cadute accidentali degli operatori e/o cadute di materiali sugli operatori.
Devono essere installate secondo il Manuale di montaggio dagli addetti alla sicurezza del cantiere, sono classificate in 3 sistemi: sistema S, utilizzo orizzontale; sistema T, sempre orizzontale su telaio di supporto; sistema U, attaccata al intelaiatura con uso verticale; sistema V attaccata ad un sostegno a forca.
Le condizioni delle reti devono essere verificate prima di ogni montaggio a cura del responsabile dell’impresa-montatore.



Impiego:

Per lavori sui solai, sui tetti, sui ponti, sui viadotti o di scavo, anche ad integrazione di parapetti e di altri DPC.

Specificità:

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE COLLETTIVO che permette di eliminare e/o ridurre il rischio di infortunio per caduta dall’alto.



Criticità:
•Montaggio non corretto
•Valutazione dell’abbassamento della rete per caduta di operatore o sulla possibilità di urti sulle strutture
•Deve essere valutato in cantiere l’ancoraggio alla struttura portante

Alternative:

Impalcati e/o parapetti.

Ispezioni:

Le condizioni degli elementi devono essere verificati durante l’uso a cura del responsabile dell’impresa-montatore seguendo le indicazioni del costruttore.

Sistemi e procedure complementari:
•Verifica delle condizioni di ancoraggio alle strutture
•Congruità con le indicazioni d’impiego del costruttore

PARAPETTO PERMANENTE CON ARRESTO AL PIEDE

Descrizione:

Protezione permanente del bordo di copertura o di parti aperte della copertura dalle quali è possibile cadere da altezza superiore a m. 2,00 rispetto ad un piano stabile (vani scala, porzioni non portanti della copertura, lucernari, cavedi, passerelle, ecc)

Caratteristiche:

Costituito da materiale rigido e resistente, in buono stato di conservazione.
Deve:
•avere consistenza rapportata alle sollecitazioni d’impiego e derivanti dalla pendenza della copertura;
•avere altezza utile non inferiore a 100 cm;
•essere costituito da almeno due correnti orizzontali, uno superiore ed uno intermedio (posto a metà altezza tra pavimento e corrente superiore);
•resistere nel suo insieme e in ogni sua parte al massimo sforzo cui può essere sottoposto, tenuto conto delle condizioni ambientali e della sua funzione;
•avere fascia continua poggiante sul piano di calpestio di altezza non inferiore a 15 cm;

Per coperture con forte pendenza (superiore a 50°) il parapetto deve essere pieno e di altezza superiore a 100 cm (altezza rapportata all'inclinazione della falda.

Impiego:

DPC avente la funzione di impedire la caduta dall’alto del lavoratore, di materiali, utensili, attrezzature di lavoro. Adatto alla protezione di aree di copertura di transito e lavoro, manutenzioni frequenti e/o che utilizzano materiali, utensili o attrezzature che per caratteristiche, modalità di impiego o alimentazione, sono a loro volta motivo di esposizione a rischio.

Specificità:

Dispositivo che garantisce la massima efficacia contro il rischio di cadute dall’alto e di caduta dall’alto di materiali e utensili. Richiede, normalmente, scarsa manutenzione derivante dall’assenza di meccanismi e semplicità tecnologica. Può divenire elemento di ancoraggio (da verificare la portata in relazione del carico applicato) di DPI.

Criticità:

Soluzione altamente impattante sotto il profilo architettonico. Deve essere verificata la realizzabilità in relazione agli strumenti urbanistici e di regolamentazione artistico/ambientale vigenti.

Alternative:
1.Ponteggio sul perimetro;
2.Parapetti provvisori;
3.Reti di sicurezza;
4.Sistemi combinati di reti di sicurezza e parapetti provvisori.

Ispezioni:

Punti di fissaggio dei montanti, montanti, correnti, fascia parapiede. In particolare dovrà essere verificata periodicamente (in funzione delle tecnologie e dei materiali) la stabilità dei fissaggi e lo stato delle componenti.

Sistemi e procedure complementari:

Per coperture inclinate (pendenza superiore a 15°) e fortemente inclinate (pendenza superiore a 50°) l’operatore deve indossare idonee calzature antisdrucciolo.


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